L'Iran ha intensificato gli sforzi per rapire e uccidere funzionari governativi, attivisti e giornalisti nel mondo, inclusi gli Usa. Lo rivela il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali nel mirino sono finiti ex funzionari del governo americano, dissidenti espatriati ma anche media critici del regime e civili ebrei o comunque legati ad Israele. "L'intensità della campagna si riflette nella portata globale", scrive il Wp, osservando come lo scorso anno sono stati sventati i tentativi di assassinare l'ex consigliere alla Sicurezza nazionale Usa John Bolton a Washington e il filosofo francese Bernard-Henri Lévy a Parigi. La campagna iraniana per rapire e uccidere all'estero appare motivata da vari fattori. Bernard-Henri Lévy, ad esempio, è finito nel mirino della Forza Quds probabilmente perché intellettuale critico della leadership del Paese. Secondo il Washington Post, le forze speciali delle Guardie della rivoluzione avevano ingaggiato un narcotrafficante iraniano e lo avevano pagato 150.000 dollari per aiutare a reclutare altre persone per uccidere l'intellettuale francese. La volontà di uccidere cittadini americani sarebbe spinta, secondo gli esperti, anche dalla sete di vendetta per l'uccisione di Qasem Soleimani nel 2020. Dei 124 complotti iraniani per colpire all'estero dal 1979, afferma l'ex funzionario dell'antiterrorismo americano Matthew Levine, ben 36 sono avvenuti dopo l'uccisione di Soleimani.
Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron hanno elogiato "gli iraniani che sono scesi in piazza per mesi dopo la morte di una giovane" esprimendo "il loro rispetto per il popolo iraniano, in particolare per le donne e i giovani che stanno coraggiosamente protestando per ottenere la libertà di esercitare i propri diritti e le libertà fondamentali, che lo stesso Iran ha sottoscritto e sta violando". Lo si legge in un comunicato congiunto al termine dell'incontro alla Casa Bianca tra i due presidenti.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha annullato il suo viaggio in Italia, dove avrebbe dovuto partecipare a Med Dialogues. Il ministro ha "impegni più importanti a Teheran in agenda", ha detto una fonte del ministero degli Esteri all'agenzia di stampa iraniana Irna.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it