Europa

Nuova stretta di Mosca, 'vietati i temi militari'

Ampliate anche le norme per designare gli 'agenti stranieri'

Mosca

Redazione Ansa

Il Cremlino ha avviato una nuova stretta sul dissenso e, secondo alcuni osservatori, potrebbe rafforzare ulteriormente la già severissima censura sul conflitto in Ucraina vietando di discutere persino di temi militari "non segreti".
    Da oggi sarà ancora più semplice prendere di mira persone e organizzazioni scomode per il potere. In base a una nuova legge, potrà infatti affibbiare l'etichetta di 'agente straniero' a qualunque persona o organizzazione che ritenga genericamente "sotto influenza straniera". Per inserire ong, giornalisti e oppositori nella lista nera, le autorità russe non dovranno infatti più dimostrare che coloro che sono finiti nel loro mirino abbiano avuto finanziamenti dall'estero (magari somme minime, ricevute a volte a loro insaputa). Resta il requisito delle "attività politiche", ai pm però sarà sufficiente denunciare non meglio specificate attività che, a loro parere, "contraddicono gli interessi nazionali" e il gioco è fatto.
    Ma non è finita. Secondo il Moscow Times, da oggi il governo russo potrà bollare con l'etichetta di 'agente straniero' (che ricorda molto da vicino quella di 'spia') pure coloro che discuteranno pubblicamente di argomenti militari "non segreti": dalla composizione dell'esercito al morale delle truppe, dalle armi ai crimini commessi dai militari in guerra. Il Moscow Times si basa su un nuovo ordine in 60 punti dei servizi segreti russi (Fsb) che riguarda quelli che secondo il governo di Mosca sarebbero informazioni che "possono essere utilizzate da Stati, organizzazioni e cittadini stranieri contro la sicurezza della Russia". Un nuovo giro di vite che secondo diversi attivisti ha in realtà l'obiettivo di impedire al pubblico di essere adeguatamente informato. Non tutti però concordano sull'applicazione della nuova norma: secondo Sever.Realii, alcuni avvocati ritengono che i 60 punti riguardino solo i membri dei servizi di sicurezza russi e non limitino quindi le discussioni pubbliche su questioni non segrete. Si vedrà.
    Di certo la repressione del dissenso in Russia è un dato di fatto, così come la legge bavaglio varata nelle prime settimane della cosiddetta 'operazione militare speciale' che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere ritenute "false" dalle autorità. Anche la legge sugli 'agenti stranieri' viene usata da anni dal Cremlino per colpire ong, media indipendenti e oppositori, e non per niente è stata bocciata dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo. L'inserimento nell'elenco degli 'agenti stranieri' impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diversi enti a chiudere i battenti: sia perché rende molto più difficile lavorare sia perché può allontanare gli inserzionisti pubblicitari.
   

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