"L'esitazione occidentale incoraggia Putin": Volodymyr Zelensky sceglie i fedeli alleati baltici per il suo primo viaggio all'estero del 2024 nel quale rilanciare un appello sempre più urgente alle armi, accusando i suoi partner di vacillare pericolosamente sull'assistenza militare per Kiev, mentre anche in Italia si infiamma il dibattito politico sugli aiuti al Paese invaso. Da Vilnius, prima tappa di un tour a sorpresa, il presidente ucraino ha sottolineato come il suo Paese manchi "crudelmente" di sistemi antiaerei, di cui c'è assoluto bisogno. Perché "Putin non la farà finita con la guerra finché non finiremo lui tutti insieme", è stato il monito di Zelensky. "Vuole occuparci completamente" e dopo non si fermerà: "Lituania, Lettonia, Estonia e Moldavia potrebbero essere le prossime". Nei giorni scorsi la Russia "ha colpito l'Ucraina con un totale di 500 ordigni: ne abbiamo distrutto il 70%", ha poi denunciato, ribadendo che "i sistemi di difesa aerea sono la prima cosa che ci manca".
I numeri sui raid rendono chiaro come il secondo inverno di guerra stia vedendo un'escalation di attacchi, dall'una e dall'altra parte del fronte: perché se l'Ucraina ha subito centinaia di bombardamenti nelle ultime settimane, le forze di Kiev hanno risposto attaccando le regioni russe di confine, in particolare quella di Belgorod costretta a ordinare le evacuazioni di civili, tra cui finora 93 bambini. Con queste premesse, e la fine della guerra che resta un miraggio - "non c'è ancora nulla su alcun processo di pace", ha chiarito il portavoce del Cremlino Peskov -, Zelensky ha esortato gli alleati a mantenere il flusso del sostegno militare da quella stessa Vilnius dove a luglio scorso, durante un vertice Nato, aveva ottenuto la promessa di un sostegno incrollabile a Kiev da parte dei leader occidentali, incluso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
La Lituania - il maggiore donatore di Kiev in termini di Pil (1,4%) - fa il suo e promette aiuto "fino alla vittoria" con un pacchetto da 200 milioni di euro. Anche Estonia e Lettonia si sono impegnate con aiuti rispettivamente tra l'1,3 e l'1,1% del Pil, spinte da una guerra troppo vicina ai loro confini per stare tranquilli. Ma per rassicurare il governo di Zelensky servono ben altre cifre: i miliardi di dollari di aiuti statunitensi sui quali il Congresso americano rimane diviso e il pacchetto Ue di 50 miliardi di euro bloccato dal veto dell'Ungheria di Viktor Orban. Sono fondi di vitale importanza per l'Ucraina, che tra agosto e ottobre 2023 ha visto diminuire gli aiuti promessi di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2022, raggiungendo il punto più basso dall'inizio del conflitto, secondo il Kiel Institute. E "le prospettive future non sono chiare", evidenzia il think tank. Lo sa bene Zelensky, per il quale le prossime settimane saranno cruciali per portare a casa fondi e armi necessari a dare nuovo ossigeno alle truppe impegnate al fronte contro l'invasione.