Europa

Zelensky: senza aiuti Usa a Kiev, Europa sola contro Putin

Putin in Turchia in febbraio per discutere in particolare la situazione in Ucraina

SCATTIdelGIORNO

Redazione Ansa

"Se gli Stati Uniti ritardano il loro sostegno all'Ucraina, ciò avrà un impatto sull'Europa unita. Il primo è la carenza di armi e di finanziamenti in Ucraina. Poi, l'alleanza tra Usa ed Europa verrà meno. In terzo luogo, l'Europa capirà che questo è un segnale che se l'Ucraina fallisce e Putin avanza, questo è un segnale degli Stati Uniti che l'Europa sarà lasciata sola tra i Paesi della Nato ad affrontare la Russia". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista che ha postato su Telegram. " È possibile fermare la Russia. Dobbiamo impedire la distruzione dell'Ucraina. Per evitare una terza guerra mondiale". 

Intanto il consigliere presidenziale per la politica estera, Yuri Ushakov, citato dall'agenzia Interfax, ha fatto sapere che il presidente russo Vladimir Putin si recherà in visita in Turchia in febbraio per discutere in particolare la situazione in Ucraina. Ushakov ha smentito quanto scritto dall'agenzia Bloomberg in un articolo nei giorni scorsi, secondo cui Putin starebbe inviando "segnali" agli Usa di essere pronto ad arrivare ad una soluzione negoziata del conflitto in Ucraina.
"No - ha affermato il consigliere, citato dalla Tass - questo è sbagliato. Rispondiamo alle domande di diversi Paesi circa una nostra disponibilità, e diciamo che noi eravamo pronti (a trattative) fin dall'inizio, ma non siamo stati noi a interrompere queste trattative, e siamo pronti ora. Ma non c'è nessuno con cui parlare, perché la parte ucraina ha proibito a se stessa di negoziare con i russi".
Nel marzo del 2022, poco più di un mese dopo l'inizio del conflitto, i negoziatori russi e ucraini, riuniti a Istanbul, arrivarono a una bozza d'accordo per fermare le ostilità, che però in seguito fu messa da parte. Mosca ha sempre sostenuto che Kiev la cestinò su pressione di Paesi occidentali e qualche mese fa l'allora capo della delegazione ucraina, David Arakhamia, ha ammesso che fu in particolare l'allora premier britannico, Boris Johnson, ad insistere perché gli ucraini non accettassero il cessate il fuoco e continuassero a combattere. Successivamente il presidente ucraino Volodymyr Zalensky ha firmato un decreto che proibisce per legge le trattative con la Russia.
   

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