Con il voto di domenica il Portogallo archivierà per sempre l'era del socialista Antonio Costa.
L'esito delle elezioni non è mai stato così in bilico: malgrado i conti a posto e i passi avanti in economia, la destra sembra essere in vantaggio, ma è molto divisa.
Dopo 4 mesi Costa si trova ancora in un limbo legale - si scoprì poi che fu vittima di un caso di omonimia -, ma il suo futuro politico è segnato. La grande incognita, quindi, è vedere se questo scandalo, che ha comunque coinvolto alcuni collaboratori del premier, avrà ripercussioni pesanti nelle urne. Chissà se, insomma, questa sorta di "Mani Pulite" portoghese premierà o meno le opposizioni. E se sì in quale misura. In particolare gli occhi sono puntati sul partito populista e sovranista di estrema destra, Chega, "Basta" in portoghese, guidato dell'ex commentatore sportivo, Andres Ventura, molto vicino a Donald Trump, Jair Bolsonaro e Matteo Salvini.
Secondo gli ultimi sondaggi, i socialisti guidati del successore di Costa, Pedro Nuno Santos, sarebbe attorno al 27% dei voti, registrando un crollo di oltre 10 punti rispetto al 41% ottenuto nel 2022, che riportò Costa al governo. Con il 32%, sopra i socialisti ma di poco, Alleanza democratica, il partito conservatore di Luis Montenegro. Gli indecisi sono ancora tantissimi, ma se lo spoglio dovesse confermare questi dati, a fare la differenza potrebbe essere l'estrema destra: se veramente Chega conquisterà un lusinghiero 16%, oltre il doppio di due anni fa, i suoi voti potrebbero essere necessari per la formazione di una nuova maggioranza di governo.
Portogallo al voto, dopo Costa occhi puntati sulla destra
Malgrado i conti in ordine, avanzano gli estremisti di 'Chega'