(ANSA) - ISTANBUL, 07 GIU - La Turchia sostiene che non ci
sono documenti ufficiali che avrebbero dato il permesso per
comprare e portare in Gran Bretagna, durante il XIX secolo, i
marmi del Partenone, attualmente in mostra al British Museum di
Londra, dando sostegno implicitamente ad una campagna della
Grecia per riportare i marmi nell'Acropoli di Atene dove si
trovavano originariamente quando furono presi, mentre l'attuale
territorio greco si trovava all'interno dell'Impero ottomano.
"La Turchia è il paese che avrebbe il documento archiviato
relativo alle cose vendute legalmente in quel periodo.
L'unica prova che è stata trovata è un editto scritto in lingua
italiana che comunque non contiene la firma del Sultano o il suo
sigillo, elementi che avrebbero confermato che il documento
fosse stato emanato autenticamente dalla corte imperiale
ottomana, ha aggiunto Boz.
Nel contesto della normalizzazione della relazioni tra
Turchia e Grecia avviata recentemente, funzionari di Atene hanno
sottolineato l'importanza delle dichiarazioni di Ankara nel
demolire la tesi secondo cui i marmi sarebbero stati acquistati
legalmente durante il periodo ottomano. Il British Museum, che
ha acquistato i marmi dal diplomatico scozzese Lord Edging
Thomas Bruce, VII conte di Elgin, sostiene che le opere siano
state al contrario ottenute legalmente. (ANSA).
Ankara, non esistono prove sulla vendita dei marmi del Partenone
La dichiarazione è aiuto alla Grecia, che li rivuole da Londra