Nonostante una possibile tregua in Ucraina rimanga apparentemente un miraggio, il Cremlino ha annunciato un incontro giovedì tra il presidente Vladimir Putin e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres per parlare del conflitto. Intanto gli Stati Uniti rinnovano il proprio sostegno a Kiev con un nuovo pacchetto di aiuti da 400 milioni di dollari in vista di un inverno che si prevede difficile, mentre tiene sempre banco il legame tra Mosca e Pyongyang con la Nato che avverte: l'invio di soldati nordcoreani a sostegno dei russi in Ucraina rappresenterebbe una "escalation".
Nella russa Kazan, a margine del vertice dei Brics, Putin e Guterres "parleranno delle priorità dell'agenda internazionale, compreso il Medio Oriente e la situazione in Ucraina", ha precisato il Cremlino. E' il primo incontro dopo quello dell'aprile 2022, quando discussero di aiuti umanitari e dell'evacuazione dei civili dalle zone di conflitto; difficile dire se avrà esiti sull'apertura di un negoziato che le parti al momento sembrano non volere.
L'annuncio dell'incontro è arrivato mentre a Kiev il capo del Pentagono Llyod Austin era impegnato nel faccia a faccia con il presidente Volodymyr Zelensky, nel quale ha ufficializzato il nuovo pacchetto di aiuti americani. Si tratta di munizioni, mezzi corazzati e armi anticarro. Sul tavolo c'era ovviamente anche il tema dell'uso dei missili a lungo raggio per colpire in profondità nel territorio russo, un tema sul quale però gli Usa "non sono ancora pronti", hanno riferito fonti del Pentagono.
Le stesse che hanno sottolineato come la missione di Austin sia anche servita per fare il punto a oltre due anni dall'inizio dell'offensiva russa, forse anche in vista di un ricambio al vertice della Difesa Usa. Ma chiunque vinca le elezioni di novembre, il sostegno di Washington a Kiev rimarrà immutato, ha lasciato intendere Austin, perché "serve determinazione contro lo spettro di una Russia aggressiva, sostenuta da altri autocrati, dalla Corea del Nord all'Iran".
La situazione sul campo resta molto difficile, con gli ucraini costretti ad arretrare soprattutto nel Donbass. L'armata di Putin "mantiene un significativo vantaggio in munizionamenti e personale", secondo fonti riservate della Nato alla Cnn. Oltretutto, si stima che l'Iran abbia inviato a Mosca una notevole quantità di missili balistici, oltre ai micidiali droni kamikaze ora prodotti direttamente in Russia.
I servizi segreti sudcoreani hanno poi rivelato negli ultimi giorni che da Pyongyang sono arrivati 13mila container zeppi di armi, e anche un contingente di forze speciali nordcoreane da schierare in "prima linea" in Ucraina, parte di un pacchetto di circa 12mila soldati pronti a essere addestrati in Russia.
Le relazioni tra Kim Jong-un e lo zar del Cremlino sono state al centro del colloquio telefonico tra il segretario generale della Nato Mark Rutte e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol. "L'invio di truppe della Corea del Nord per combattere a fianco della Russia in Ucraina segnerebbe un'escalation significativa", ha ammonito il responsabile dell'Alleanza.
Seul da parte sua ha convocato l'ambasciatore russo, Georgy Zinoviev, per chiedere "l'immediato ritiro delle truppe nordcoreane", che si starebbero già addestrando a Vladivostok. Il diplomatico russo, pur non confermando la notizia, ha voluto sottolineare che la cooperazione tra Russia e Corea del Nord non è diretta contro gli interessi sudcoreani. Nelle stesse ore a Mosca il Cremlino annunciava che con Pyongyang si stanno "sviluppando relazioni in tutti i settori" e che la cooperazione "aumenterà".
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