Europa

Putin non nega né conferma le truppe nordcoreane in Russia

Kiev, 'i soldati nordcoreani sono già schierati nel Kursk'

Redazione Ansa

Alla conferenza stampa conclusiva del vertice Brics a Kazan, il presidente Vladimir Putin non ha smentito né confermato lo schieramento di truppe nordcoreane in Russia. Putin ha ricordato l'accordo di cooperazione tra Russia e Corea del Nord. "Che cosa ne facciamo è affar nostro", ha aggiunto il presidente. La Russia è pronta a prendere in considerazione ogni opzione per la pace in Ucraina "sulla base della situazione reale sul terreno", e non è pronta "per nient'altro", ha detto Putin.

Putin ha poi detto di considerare "sincere" le parole di Donald Trump quando dice che intende risolvere il conflitto in Ucraina se verrà eletto presidente degli Usa. La Russia, per il leader del Cremlino, sarà aperta alla cooperazione con gli Usa dopo le elezioni americane se anche loro saranno aperti. "Se non vogliono, non hanno bisogno di farlo", ha detto Putin.

L'Ucraina afferma che i soldati nordcoreani inviati in Russia sono stati già schierati nella regione di Kursk, dove si trovano le truppe ucraine penetrate lo scorso agosto. Lo rende noto l'intelligence ucraina.

Le truppe nordcoreane dislocate in Russia potrebbero essere inviate nella regione di Kursk, occupata dall'Ucraina ad agosto. Lo sostiene il Financial Times. Gli analisti affermano che il contingente di 12mila soldati nordcoreani è troppo piccolo per cambiare le sorti della guerra ma Mosca ha bisogno di raddoppiare il contingente di 50.000 uomini nella regione di Kursk. La Russia ha difficoltà a ricostituire le forze dopo perdite che secondo stime sono di circa 600.000 tra morti e feriti. Secondo l'intelligence occidentale, Putin ha resistito alle suppliche dei suoi alti dirigenti di ordinare un altro giro di mobilitazione. Secondo Ft, Putin ha resistito alle suppliche dei suoi alti dirigenti di ordinare un altro giro di mobilitazione, offrendo invece enormi bonus ai volontari che si arruolano. Sebbene ciò abbia aiutato la Russia a mantenere un ritmo di 30.000 reclute al mese per gran parte dell'anno, negli ultimi mesi diverse regioni russe hanno aumentato drasticamente l'entità delle retribuzioni, il che indica che l'esercito potrebbe avere difficoltà ad attrarre più uomini. La regione di Belgorod, che confina con Kursk, ha aumentato il bonus di iscrizione per le reclute di tre volte, da 800.000 rubli (8.300 dollari) ad agosto a 3 milioni di rubli ad ottobre, una cifra che cambia la vita, considerando che lo scorso anno lo stipendio mensile medio nella regione era di 55.000 rubli (570 dollari).

La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha ratificato il Trattato di partenariato strategico globale tra Russia e Corea del Nord. 

L'accordo sancisce una 'alleanza' tra la Russia e la Corea del Nord, che si impegnano a prestarsi reciproca assistenza militare se uno dei due Paesi dovesse subire un'aggressione. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, aggiungendo che l'intesa si è resa necessaria per 'le crescenti minacce regionali e globali dall'Occidente collettivo guidato dagli Usa'. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. Rudenko ha aggiunto che l'accordo non ha clausole segrete e sarà reso pubblico.

La Corea del Sud studia la possibilità di fornire armi all'Ucraina.

La Corea del Sud "rivedrà" la sua posizione sulla fornitura di armi all'Ucraina nella guerra con la Russia, ha dichiarato il presidente Yoon Suk Yeol, dopo che Seul ha accusato la Corea del Nord di aver inviato truppe a sostegno delle forze di Mosca. "Sebbene abbiamo mantenuto il principio di non fornire direttamente armi letali, potremmo rivedere questa posizione in modo più flessibile a seconda delle azioni delle forze nordcoreane", ha detto Yoon durante una conferenza stampa congiunta con il presidente polacco Andrzej Duda a Seul.

L'Unione Europea è "profondamente allarmata" dalle notizie secondo cui la Corea del Nord starebbe inviando truppe "per partecipare alla guerra illegale di aggressione della Russia contro l'Ucraina". Lo dichiara l'alto rappresentante Ue Josep Borrell a nome dei 27 Paesi. "Ciò costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, compresi i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e sarebbe un atto ostile unilaterale da parte con gravi conseguenze per la pace e la sicurezza europea e mondiale", aggiunge.

   

 

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