31 LUGLIO - ''Siamo ormai sommersi da 226 mila sfollati. Da noi possono ricevere solo acqua distillata e cibo. Per tutto il resto, ciascuno dovra' provvedere da se' '': questo il quadro drammatico della situazione nelle istituzioni a Gaza dell'Unrwa (l'ente dell'Onu per i profughi palestinesi) fornito all'Ansa dal suo portavoce, Adnan Abu Hasna. Nel frattempo il ministero palestinese della sanità ha aggiornato il bilancio delle vittime: superati i 1.400morti, i feriti assommano a piu' di 8.000. Per Abu Hasna sono settimane frenetiche. Ancora due settimane fa, quando gli sfollati ospitati dall'Unrwa erano 'solo' 20-30 mila, lo stato di emergenza umanitaria era già tangibile. Adesso quel numero e' decuplicato e Abu Hasna cerca di organizzare l'ingresso di aiuti per l'Unrwa da Israele. Ci parla al telefono dal Sud della Striscia, dopo aver verificato che il valico di Kerem Shalom sarebbe stato aperto per far entrare a Gaza un convoglio molto atteso. L'Unrwa ha messo a disposizione degli sfollati 86 strutture in tutta la Striscia. La distribuzione di acqua potabile, spiega, ha richiesto una trattativa con società locali specializzate nella depurazione dell'acqua, a cui ha dovuto fornire quantità di combustile per attivare i loro macchinari. ''Acqua e cibo: questo e' tutto quello che gli sfollati possono attendere da noi'', ribadisce. Materassi, coperte, stoviglie, docce? No, l'Unrwa non ha il modo di aiutare quella massa di persone. ''Bisogna che ognuno si arrangi da solo'', osserva. Nelle strutture, la calca e' intanto insopportabile. Nel frattempo il ministero della sanita' palestinese ha distribuito oggi dati aggiornati sulle vittime a Gaza. I morti sono 1.418, di cui 324 bambini. I feriti sono stimati in 8.265: fra questi, 2.500 bambini e 300 anziani. Tra il personale medico ci sono stati 21 morti e 42 feriti. Le strutture mediche colpite - prosegue il ministero - sono 29 e tre ospedali sono stati costretti a chiudere. A Beit Hanun e a Jabalya scuole dell'Unrwa sono state centrate da esplosioni e fra gli sfollati ci sono state molte vittime. Abu Hasna non esita ad addossare ad Israele la responsabilità di quegli attacchi, respingendo così versioni diverse giunte dall' esercito israeliano. ''L'esercito conosce perfettamente la dislocazione delle nostre scuole. Non le apriamo a sfollati senza aver ricevuto prima una sua autorizzazione'', esclama. Ma non è possibile che i soldati abbiano indirizzato il fuoco verso combattenti palestinesi forse appostati nelle vicinanze? Il portavoce dell'Unrwa lo esclude. Il suo staff ha ordini precisi di tenere a distanza i miliziani, all'interno delle sue strutture essi poi non sono ammessi e agli ingressi vengono condotte ispezioni. Come si spiegano allora i razzi trovati nelle scuole? Si tratta - risponde Abu Hasna - di due episodi in tutto (''e non tre''), in edifici che erano vuoti e che sono stati localizzati dalla stessa Unrwa. ''Abbiamo avuto premura di informare il governo palestinese (di Ramallah, ndr) che ha poi provveduto al da farsi''. Anche in questo caso, insiste, le polemiche di Israele non sono fondate. Dopo le esplosioni verificatesi a Beit Hanun e a Jabalya la collera dell'Unrwa verso Israele e' molto forte, conferma Abu Hasna. Adesso il quartier generale della sua organizzazione sta esaminando la possibilità di compiere severi passi formali.
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