25 LUGLIO - Moschee stracolme per la Notte del Destino - Nell'ultimo venerdì del Ramadan, a Gaza i richiami dei minareti hanno coperto gli echi delle battaglie che oggi, almeno in apparenza, hanno perso di intensità. E' un appuntamento importante per i fedeli islamici: ci si prepara alla Laylat al-Khader, la Notte del Destino, in cui si esprime la massima devozione religiosa e in cui, secondo la tradizione, le preghiere vengono esaudite. E' stato dunque un venerdì di preghiera e di meditazione. Le moschee di Gaza erano stracolme: agli ingressi principali si affollavano gli uomini, e in quelli posteriori venivano dirette le donne, per lo più anziane. Avrebbero seguito le funzioni in sale separate, mediante altoparlanti. In molte zone di Gaza si avverte la presenza degli sfollati. Questa settimana, un abitante su dieci (su un totale di un milione e 800 mila) è stato costretto a fuggire dalla propria abitazione, spesso non portando assolutamente niente con sé. Per questi sfollati anime generose hanno messo a disposizione locali di fortuna, negozi vuoti o scantinati. E oggi anch'essi, seduti al sole sui marciapiedi, erano impegnati ad approfondire la lettura di testi sacri e a commentarli con i figli. Nelle prediche degli Imam - oltre al significato della solennità religiosa - spesso è stata evidenziata la necessità particolare in questi giorni di lutto e di distruzione di soccorrere i più bisognosi. "Sostenete i vostri fratelli - hanno detto gli Imam - abbracciateli, spartite con loro quanto avete".
E all'uscita dalle moschee si sono fatte collette per acquistare abiti e cibo per chi, questa settimana, è rimasto in balia della sorte. Degli sfollati, almeno 80mila hanno trovato riparo in istituzioni dell'Unrwa, l'ente dell'Onu per i profughi. Ma molti di più sono riusciti a trovare un tetto grazie alla solidarietà umana. A Khan Yunes, ad esempio, la famiglia al-Qidra ha ceduto il terzo piano della propria palazzina a persone sfollate dalla vicina zona agricola di Khuzaa, dove negli ultimi giorni sono infuriati cruenti scontri fra miliziani e reparti dell'esercito israeliano. Sotto quel tetto potranno restare gratuitamente fino alla fine del conflitto. Malgrado il clima di meditazione, anche oggi notizie di scontri a fuoco sono giunte dal nord (Beit Hanun) e dal Sud della Striscia (Khan Yunes). A Deir el-Balah è stata uccisa nel pomeriggio una bambina di 12 anni. A Beit Hanun è stata colpita un'ambulanza ed è morto un infermiere.
In tutto quaranta nuove vittime circa, che sono andate ad aggiungersi ad altri 800 palestinesi uccisi dal fuoco israeliano in oltre due settimane di combattimenti. Fra i morti di oggi anche un esponente della Jihad islamica, Saleh Hassanein, e i suoi due figli. Nella nottata di preghiera, il Corano sarà letto nelle abitazioni private dal padre di famiglia, alla presenza della moglie e dei figli. Poi si potranno esprimere le preghiere che si vorrebbero vedere esaudite. La prima della lista, confessano gli abitanti della Striscia, sarà la fine delle ostilità dopo 18 giorni di guerra. Molti pregheranno anche per le squadre di soccorso, che abbiano la forza di condurre le loro missioni nei terreni devastati dai combattimenti. Altri imploreranno il ritorno dei congiunti dispersi durante le battaglie che in questi giorni hanno insanguinato Sajaya, Beit Hanun, Khuzaa ed altre località. Più in generale, le parole che si ascoltano più sovente dopo sospiri profondi sono: "Che Dio abbia pietà di noi".
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