Dopo i successi, favoriti dai raid americani, dei Peshmerga curdi nel nord dell'Iraq, anche l'esercito di Baghdad ha lanciato una controffensiva per cercare di riconquistare Tikrit, città natale di Saddam Hussein, incontrando però una accanita resistenza dei miliziani dello Stato islamico (Isis). Intanto, mentre per oggi è attesa una visita lampo del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Baghdad e ad Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan, l'Onu annuncia l'avvio di una grande operazione per portare soccorso a mezzo milione di profughi costretti a fuggire dalle loro case davanti all'avanzata dei jihadisti.
Tra di loro molti sono membri delle minoranze cristiana e Yazidi, presi di mira dalle violenze dell'Isis. L'intervento, che comincerà oggi con un ponte aereo di quattro giorni dalla città giordana di Aqaba ad Erbil, proseguirà con il trasporto di generi di prima necessità via mare e via terra, anche attraverso la Turchia e l'Iran. Fonti della polizia nella provincia di Salahuddin hanno annunciato stamane l'avvio di un'offensiva dell'esercito governativo, appoggiato da milizie di volontri sciiti, per riprendere ai fondamentalisti sunniti dell'Isis il controllo di Tikrit, 160 chilometri a nord di Baghdad, caduta nelle loro mani l'11 giugno scorso.
Ma l'avanzata incontra notevoli ostacoli, non potendo contare le truppe di Baghdad sul sostegno aereo americano concesso invece alle milizie curde che nei giorni scorsi hanno riconquistato diverse località nel nord, tra cui la strategica diga di Mosul. In attesa che il premier incaricato Haidar al Abadi - che oggi incontrerà Renzi - riesca a formare un governo di unità nazionale anche con la minoranza sunnita, alcuni esponenti politici iracheni hanno criticato oggi Washington per essersi impegnata in operazioni umanitarie o raid aerei solo nel nord del Paese. Abbas al Bayati, portavoce della coalizione sciita dello Stato del Diritto, ha chiesto in particolare agli Usa di intervenire per portare aiuto anche a migliaia di civili sciiti della minoranza etnica dei Turcomanni bloccati nella citta' di Omerly, ad est di Tikrit, sottoposta ad un assedio dei jihadisti da due mesi.
E' necessario "evitare ogni discriminazione tra sciiti, cristiani e Yazidi", ha affermato Al Bayati, riferendosi al pronto intervento degli Usa in difesa degli Yazidi bloccati sulle montagne intorno a Sinjar. Fonti dell'esercito iracheno, comunque, hanno fatto sapere di avere portato oggi con gli elicotteri 55 tonnellate di cibo e acqua potabile agli abitanti di Omerly. Le forze di Baghdad sono prive della copertura aerea americana anche nella provincia occidentale di Al Anbar, dove cercano di respingere i miliziani dell'Isis che si sono impadroniti di vasti territori e della città di Falluja all'inizio di quest'anno. Secondo il ministero della Difesa, cinque raid compiuti da elicotteri iracheni hanno ucciso 21 jihadisti e distrutto otto loro veicoli intorno alle città di Barwana e Haditha. Intanto un'altra importante autorità religiosa sunnita, il Gran Mufti dell'Arabia Saudita Abdelaziz Shaykh, ha condannato le azioni dell'Isis, definendolo "il nemico numero uno dell'Islam" a causa delle sue "idee di estremismo, radicalismo e terrorismo". "I musulmani - ha aggiunto - sono le vittime principali di questo estremismo". Oltre 200 cristiani di Mosul, invece, sono arrivati in Giordania, primo nucleo di un migliaio di profughi che saranno ospitati in diverse località del Regno su iniziativa della Chiesa cattolica. Fonti ufficiali hanno detto che la maggior parte dei profughi saranno registrati presso l'Unhcr, per chiedere poi di poter emigrare verso altri Paesi.
L'ultimo tweet del Papa sull'Iraq
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