- BEIRUT - Intensi raid aerei governativi e russi si sono verificati oggi in varie zone della Siria occidentale in quelle aree che sono fuori dal controllo governativo e che, secondo l'accordo di Astana di venerdì scorso tra Russia, Iran e Turchia, devono diventare "zone di de-escalation" e "zone sicure". Lo ha riferito l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che si avvale di una fitta rete di ricercatori sul terreno.
Il governo di Damasco intanto lunedì ha messo in chiaro che nelle quattro 'zone di de-escalation' "non saranno dispiegate forze internazionali sotto la guida dell'Onu o della Russia". Il ministro degli esteri siriano Walid al Muallim ha precisato che in queste zone "sarà dispiegata la polizia militare". Citato dall'agenzia ufficiale siriana Sana, Muallim ha inoltre detto che "il governo siriano rispetterà l'accordo" ma che "se ci saranno violazioni da parte di qualsiasi gruppo, la risposta (militare) sarà decisa". Il ministro degli esteri ha affermato che l'accordo comprende il governo e i gruppi delle "opposizioni (armate) che hanno firmato la tregua del 30 dicembre scorso".
Sono quindi esclusi - afferma Muallim - l'ala siriana di al Qaida "e i loro alleati, tra cui l'Isis".