Medio Oriente

Gerusalemme, Città Santa contesa nei millenni

Per Israele è la capitale ma anche i palestinesi la rivendicano

L'inaugurazione dell'ambasciata Usa a Gerusalemme

Redazione Ansa

 Gerusalemme è la Città Santa contesa per eccellenza. E l'apertura dell'ambasciata Usa di oggi con la guerriglia esplosa a Gaza è l'ultimo episodio di una storia millenaria di guerre, devastazioni, assedi e conquiste cruente. Per gli ebrei non è solo la loro capitale spirituale, fondata dal mitico re Davide: nel 1980, la Knesset l'ha proclamata, in modo unilaterale e non riconosciuto dalla comunità internazionale, "capitale unica, indivisibile ed eterna" dello Stato di Israele. Ma anche i palestinesi ne rivendicano la parte orientale come capitale di una loro futura nazione. L'abitato è diviso grosso modo in due parti: ad Ovest la città ebraica, dove si trovano le maggiori istituzioni di Israele, gli uffici del Parlamento e del Governo; ad Est i quartieri arabi. Nel centro la Città vecchia, circondata dalle possenti mura ottomane. Qui, nello spazio di poche centinaia di metri, talvolta persino sovrapposti l'uno sull'altro, si trovano i luoghi più sacri per buona parte dell'umanità: il Muro del Pianto, o il Muro occidentale, è quello che rimane del Secondo Tempio, costruito nel sesto secolo avanti Cristo - dopo il ritorno dalla prigionia babilonese - sulle macerie del primo Tempio di re Salomone, edificato nel mille avanti Cristo. Su un terrapieno sopra il muro si estende la Spianata delle Moschee, e in particolare Al Aqsa, dove si svolge ogni settimana la grande preghiera del venerdì, e la Cupola della Roccia, il più antico edificio islamico del mondo, gioiello dell'arte omayyade, eretto nel 691 dopo Cristo a suggellare la conquista di Gerusalemme da parte del califfo Omar.

Da qui, racconta la leggenda, Maometto spiccò il volo verso il cielo e l'impronta del suo piede è rimasta impressa in una roccia. Poco distante si trova infine il Santo Sepolcro, cuore della cristianità, controllato, in una sorta di pace armata, da cristiani latini, ortodossi, armeni, copti, etiopici e siriaci. Ognuno sente Gerusalemme come propria città, come una parte essenziale della propria identità. Ciò spiega le conquiste e le riconquiste della storia: dai persiani ai babilonesi, dai romani ai bizantini, dai musulmani ai crociati, per finire di nuovo ai vari califfati islamici e all'impero ottomano, che l'ha amministrata fino alla sconfitta della Prima guerra mondiale, consegnandola al mandato britannico. La città - in ebraico Yerushalayim (che vuol dire 'ascolta') e in arabo al-Quds ('la Santa') - venne divisa tra parte occidentale e parte orientale dopo la proclamazione dello Stato di Israele nel 1948 e il conflitto contro gli eserciti arabi. Fino al 1967, la parte est, che comprende anche la Città vecchia, è rimasta sotto controllo giordano. Poi, durante la guerra dei Sei Giorni, l'esercito israeliano sfondò ogni resistenza e i soldati con la Stella di Davide si ritrovarono, attoniti e increduli, davanti al Muro del Pianto. Diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (nessuna vincolante) hanno denunciato o dichiarato non validi i tentativi di Israele di controllare o unificare Gerusalemme.

Con la risoluzione 478 del 1980 (passata con 14 voti favorevoli e l'astensione degli Usa) in particolare, il Consiglio di sicurezza ha condannato la Legge per Gerusalemme del 1980 approvata dalla Knesset, definendola una "violazione del diritto internazionale". Nel 2009 l'Assemblea Generale, nella risoluzione 63/30, ha affermato che "tutte le azioni intraprese da Israele, potenza occupante, per imporre le proprie leggi, la propria giurisdizione e la propria amministrazione sulla Città Santa di Gerusalemme sono illegali e quindi prive di qualunque legittimità". Poi alla Casa Bianca è arrivato Trump, l'America ha riconosciuto Gerusalemme capitale d'Israele trasferendoci l'ambasciata. E tutto sta cambiando di nuovo.

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