Medio Oriente

Netanyahu, governo respinga nascita Stato palestinese

'Dopo massacro del 7 ottobre, sarebbe un premio al terrorismo'

Benyamin Netanyahu

Redazione Ansa

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto oggi al governo di respingere ''ogni tentativo di imporre ad Israele in maniera unilaterale uno Stato palestinese''. Il premier, precisa un comunicato, ha sottoposto al voto dei ministri una dichiarazione in cui ribadisce l'opposizione di Israele ad ogni ''diktat internazionale''.

La crescente pressione internazionale per una soluzione a due Stati finora non ha scalfito i piani di Netanyahu su Gaza per il breve e medio periodo. Un eventuale accordo con i palestinesi deve scaturire da trattative bilaterali, mentre al contrario "un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, dopo il massacro del 7 ottobre, elargirebbe un premio enorme al terrorismo ed impedirebbe qualsiasi accordo di pace in futuro", è la posizione del capo del governo, che ha incassato anche il sostegno dei ministri del partito centrista guidato da Benny Gantz. Il messaggio ad Europa e soprattutto Stati Uniti non poteva essere più chiaro.

Sul fronte diplomatico si è registrato un colloquio tra Emmanuel Macron e Abdel Fattah al Sisi in cui i presidenti di Francia ed Egitto hanno espresso la loro "ferma opposizione" ad un'offensiva israeliana a Rafah, così come "a qualsiasi spostamento forzato" di civili verso sud. Ma a far decisamente più rumore è stato lo scontro tra Israele e Brasile. La miccia è stata accesa da Lula: "Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, ma un genocidio", come "quando Hitler decise di uccidere gli ebrei", è stato il suo affondo durante una conferenza stampa in Etiopia. "Frasi vergognose e gravi che sminuiscono la Shoah e rappresentano un tentativo di colpire il popolo ebraico ed il diritto di Israele alla difesa", la replica di Netanyahu, secondo cui "il paragone con i nazisti" equivale a "varcare una linea rossa". La protesta è stata formalizzata al rappresentante diplomatico di Brasilia.

A Khan Yunis non si allenta la morsa sull'ospedale di Nasser, anch'esso un covo di terroristi secondo gli israeliani, ma l'Oms ha denunciato una situazione disperata: la struttura "non è più funzionante dopo l'assedio e i raid" nonostante ospiti ancora "200 pazienti", ha affermato Tedros Ghebreyesus, aggiungendo che "al nostro team non è stato consentito l'accesso".
   

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