Israele ha dichiarato il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva 'persona non grata' per le sue accuse a Israele di aver compiuto un genocidio a Gaza, paragonando l'operazione israeliana nella Striscia alle azioni di Adolf Hitler e all'Olocausto. Dopo aver convocato l'ambasciatore del Brasile, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato: "non dimenticheremo né perdoneremo. È un grave attacco antisemita. A nome mio e dei cittadini israeliani, dite al presidente Lula che è persona non grata in Israele finché non si riprenderà la situazione".
Hamas, invece, ha dichiarato di "apprezzare" le affermazioni di Lula. "Questa dichiarazione si inserisce nel contesto di una descrizione accurata di ciò a cui è esposto il nostro popolo e rivela l'entità del crimine sionista commesso con la copertura e il sostegno aperto del governo degli Stati Uniti guidato dal presidente (Joe) Biden", ha affermato il gruppo islamista in una nota su Telegram.
Hamas ha anche chiesto alla Corte internazionale di giustizia di prendere in considerazione le parole di Lula sulle "violazioni e atrocità" che i palestinesi "soffrono per mano dell'esercito israeliano", azioni che, a suo dire, "non sono mai state testimoniate nella storia moderna".
In Brasile, intanto, i deputati dell'opposizione hanno annunciato che presenteranno una richiesta di impeachment contro il presidente Lula dopo le sue critiche all'azione di Israele nella guerra contro Hamas nelle quali si è spinto a paragonare Netanyahu a Hitler. Dal punto di vista formale, la richiesta deve citare la previsione che costituisce reato di responsabilità contro l'esistenza politica dell'Unione (federale brasiliana) il "commettere un atto di ostilità contro una nazione straniera, esponendo la Repubblica al pericolo di guerra, o compromettendone la neutralità".
Oltre a sostenere la richiesta di impeachment, la deputata del Partito liberale (Pl, di destra), Júlia Zanatta, intende presentare una richiesta di mozione di ripudio del discorso di Lula da votare in plenaria alla Camera.
Il deputato di Podemos (di centro-destra), Maurício Marcon, ha detto a sua volta che i discorsi di Lula sono una manifestazione "pro-terrorismo" e che la posizione del presidente è "inaccettabile e criminale". La prima segretaria del Gruppo di amicizia Brasile-Israele del Congresso, Rosana Valle, ha invece scritto sui social che il confronto fatto da Lula "supera i limiti contro il popolo
ebraico".
La pressione è tale che Lula ha cercato di rimediare, ribadendo la sua condanna all'attacco di Hamas dell'ottobre scorso. "Il presidente Lula condanna gli atti terroristici di Hamas del 7 ottobre. Lo ha fatto più volte. Ed è contrario ad una reazione sproporzionata e alla sofferenza delle donne e dei bambini nella Striscia di Gaza", si legge in una nota del Planalto divulgata nella notte.
Secondo fonti del ministero degli Esteri, il governo brasiliano cercherà di "non aggravare" la tensione con Tel Aviv, e il capo dello Stato dovrebbe analizzare la situazione direttamente con il ministro Mauro Vieira. La dura polemiche con Israele, infatti, arriva alla vigilia della riunione dei capi delle diplomazie del G20, fissata per mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio a Rio de Janeiro, è prevista
la partecipazione, tra gli altri, del Segretario degli esteri Usa Antony Blinken, e del ministro russo Sergei Lavrov, nel primo incontro dopo la morte dell'oppositore del Cremlino, Alexej Navalny.
Limitano l'ingresso alla Spianata delle Moschee. Hamas 'violazione della libertà di culto'
Israele limita l'ingresso degli arabi alla Spianata delle moschee durante il Ramadan e Hamas parla di "violazione della libertà di culto", incitando i palestinesi alla mobilitazione. Almeno 70 persone sono morte e diverse altre rimaste ferite nei bombardamenti israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza, secondo l'agenzia di stampa Wafa. Danni a un mercantile davanti le coste dello Yemen. Oggi l'Ue lancia la missione Aspides, contro gli attacchi Houthi alle imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso e nel Canale di Suez.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, di limitare l'ingresso degli arabi israeliani al complesso del Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan, nonostante il parere contrario dello Shin Bet. Lo scrive Hareetz. L'ufficio del premier israeliano ha definito "equilibrata" la decisione di Benjamin Netanyahu di limitare l'ingresso degli arabi israeliani al Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan e ha affermato che essa "consente la libertà di culto entro i limiti delle esigenze di sicurezza determinate dalle autorità di sicurezza".
Immediata la replica di Hamas, che ha definito la decisione di Israele "una violazione della libertà di culto" e ha invitato i palestinesi a "mobilitarsi, a marciare ed essere presenti nella moschea di al-Aqsa", che si trova nel complesso religioso di Gerusalemme.
In un comunicato citato dai media internazionali, il movimento islamista ha affermato che la mossa dello Stato ebraico "indica l'intenzione dell'occupazione di intensificare la sua aggressione contro la moschea di al-Aqsa durante il mese di Ramadan" e ha fatto quindi appello ai palestinesi che vivono nei "territori occupati", a Gerusalemme e in Cisgiordania "a respingere questa decisione criminale e a resistere all'arroganza dell'occupazione".
Il gruppo al potere nella Striscia di Gaza ha inoltre avvertito che la limitazione dell'accesso alla moschea "non avverrà senza responsabilità". Anche un membro della Knesset israeliana, Ahmad Tibi, ha definito la decisione di Netanyahu di limitare l'accesso alla moschea di al-Aqsa una "palese violazione della libertà di culto". In una dichiarazione condivisa sui social media, Tibi ha descritto Netanyahu come un "prigioniero" del "terrorista condannato Ben-Gvir" (il ministro della Sicurezza nazionale israeliano) e ha affermato che "è tempo che il presidente Biden imponga sanzioni allo stesso Ben-Gvir". Tibi ha aggiunto che "il divieto per i musulmani di pregare nella moschea durante il mese sacro del Ramadan merita di essere discusso alle Nazioni Unite".
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 70 persone sono morte e diverse altre rimaste ferite nei bombardamenti israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza. Secondo la Wafa, le vittime sono in gran parte donne e bambini. I raid hanno colpito in particolare Nuseirat, Zawaida, Deir al-Balah, Khan Yunis e la città di Gaza. L'ultimo bilancio fornito dal Ministero della Sanità palestinese gestito di Hamas parla di almeno 28.985 morti e 68.883 feriti nella Striscia dal 7 ottobre scorso.
Israele avverte: 'Ostaggi liberi entro il Ramadan o le operazioni militari a Rafah andranno avanti'Le forze israeliane amplieranno le operazioni militari a Rafah se gli ostaggi tenuti da Hamas non verranno restituiti entro l'inizio del Ramadan, ha detto il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz. "Il mondo e i leader di Hamas devono sapere che se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa i combattimenti continueranno nell'area di Rafah", ha affermato ieri Gantz alla Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane tenutasi a Gerusalemme. "Lo faremo in modo coordinato, in dialogo con i nostri partner americani ed egiziani, per facilitare le evacuazioni e ridurre al minimo le vittime civili", ha aggiunto Gantz.
Citando fonti militari israeliane, il sito della Reuters riferisce intanto che Israele prevede di continuare le operazioni militari su larga scala a Gaza per altre 6/8 settimane mentre si prepara ad entrare a Rafah, la città più a sud della Striscia. Secondo le stime dei vertici militari, in questo lasso di tempo si possono ridurre in modo significativo le capacità di Hamas favorendo il passaggio a una fase di minore intensità caratterizzata da attacchi aerei mirati e da operazioni delle forze speciali.
L'esercito israeliano ha ordinato la chiusura di numerose strade nel nord del Paese, al confine con il Libano, per le situazione con gli Hezbollah. Lo hanno riferito i media e il Consiglio regionale della zona ha spiegato che la chiusura è in vigore fino a nuovo ordine.
Hamas, 'superati i 29mila morti dall'inizio della guerra a Gaza'Il ministero della Sanità della Gaza, gestito da Hamas, ha affermato che almeno 29.092 persone sono state uccise nel territorio palestinese durante la guerra tra militanti e Israele. Un totale di 107 persone sono morte nelle ultime 24 ore e 69.028 persone sono rimaste ferite dallo scoppio della guerra il 7 ottobre, si aggiunge in una nota.
Hamas inoltre stima di aver perso seimila combattenti durante i quattro mesi di guerra a Gaza, la metà dei 12mila che Israele afferma di aver ucciso. Lo ha detto un funzionario dei miliziani palestinesi in Qatar alla Reuters, che lo riporta sul suo sito web. Secondo il funzionario, Hamas può continuare a combattere ed è preparato per una lunga guerra a Rafah e Gaza.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it