Medio Oriente

'Nonostante i negoziati Israele non cede su nulla'

Una fonte della sicurezza egiziana denuncia: 'A un mese dalla presa di Rafah, valico chiuso ad aiuti e feriti'

'Nonostante i negoziati Israele non cede su nulla'

Redazione Ansa

Era il 7 maggio quando un tank israeliano ha issato una bandiera bianca e azzurra sul lato palestinese del valico di Rafah con l'Egitto, dando una tragica svolta alla situazione della popolazione della Striscia. Da allora, afferma una fonte della sicurezza egiziana al confine, "Israele rimane intransigente, tenendo chiuso il passaggio sul lato palestinese, impedendo l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza e impedendo anche l'uscita di palestinesi feriti e malati, stranieri e persone con doppia nazionalità".

 

Aiuti umanitari, dispositivi medici, aiuti alimentari, medicinali e carburante - aggiunge la fonte - sono ammucchiati nei magazzini della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai, e le code di migliaia di camion pieni di vari aiuti umanitari davanti al terminal di Rafah dal lato egiziano sono ormai parte del paesaggio. Ingombre anche le strade degli abitati di Al-Arish, Rafah e Sheikh Zuweid, dove caldo e polvere, specialmente in questi ultimi giorni ad oltre 40 gradi, non hanno dato tregua, provocando il deperimento di gran parte dei carichi.

Anche oggi, come nei giorni scorsi, 200 camion sono stati preparati a Rafah egiziana e inviati al valico di Kerem Shalom per fare successivamente ingresso a Gaza. Israele tuttavia, non consente l'ingresso di tutti gli aiuti, ma - riferisce la fonte, confermata da varie ong che in questi giorni hanno svolto ispezioni sul confine -, ne rifiuta alcuni senza alcuna ragione o ragionevole giustificazione. 

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