(ANSA) - IL CAIRO, 20 GIU - Le autorità egiziane competenti
lavorano senza sosta per individuare i propri cittadini
scomparsi durante il pellegrinaggio annuale dell'Hajj in Arabia
Saudita, mentre il bilancio totale e provvisorio dei morti resta
di oltre 900, di cui circa 600 provenienti dall'Egitto.
Il Consolato egiziano a Gedda, insieme al ministero degli
Esteri, coordina molteplici squadre di lavoro inviate alla Mecca
e nei luoghi santi per cercare i dispersi e censire i ricoverati
in ospedale. Le autorità saudite e la delegazione ufficiale
egiziana dell'Hajj fanno sapere che non si fermeranno fino a che
il censimento non sarà completato, tenendo conto delle
segnalazioni di scomparsa delle famiglie e dei registri
ospedalieri. Una missione consolare disponibile 24 ore su 24 è
stata istituita presso l'Ospedale East Arafat e il Complesso
medico Al-Muaisem in Arabia.
In questo contesto si comincia a puntare il dito contro i
numerosi pellegrini che partono senza registrarsi negli appositi
database, sulla base dei quali il Regno predispone i servizi da
offrire ai pellegrini, e che in questo modo risultano
inevitabilmente insufficienti. Si ritiene infatti che gli
egiziani partiti per i luoghi santi siano molti di più dei 56
mila registrati alla Missione egiziana per l'Hajj e le autorità
saudite hanno fatto sapere di aver allontanato dalla Mecca oltre
300.000 pellegrini perché non in possesso dei permessi
dell'Hajj.
La mancata registrazione - si osserva al Cairo - "sta
richiedendo un doppio sforzo e tempi più lunghi per cercare i
dispersi e metterli in contatto con i loro parenti".
"I pellegrini sono rimasti a lungo senza cibo, acqua e aria
condizionata", riferiscono le autorità, e "sono morti per il
caldo perché la maggior parte delle persone non aveva un posto
dove rifugiarsi". (ANSA).
Strage dell'Hajj, si punta il dito sui pellegrini irregolari
Molti egiziani partono senza registrarsi e i servizi collassano