Medio Oriente

Israele spinge sul Libano, gli Usa temono la tenuta di Iron Dome

'Verso una decisione su Hezbollah'. '18 morti in raid su campo Rafah'

Redazione Ansa

Israele accelera sul Libano e annuncia che presto saranno prese "le decisioni necessarie" nei confronti degli Hezbollah, anche se gli Usa temono per una tenuta del sistema di difesa dello stato ebraico al nord del Paese. C'è oramai la minaccia concreta che il conflitto che si trascina da otto mesi con il Partito di Dio di Hassan Nasrallah - avviato dalla milizia sciita subito dopo il 7 ottobre - si trasformi in una guerra guerra totale con il rischio di incendiare ancor di più il Medio Oriente.

 

Israele - ha ammonito il ministro degli esteri Israel Katz - "non può permettere che l'organizzazione terroristica degli Hezbollah continui ad attaccare il suo territorio e presto prenderà le sue decisioni necessarie". Un chiaro monito, considerando anche che di recente l'Idf ha approvato i piani di attacco in Libano. "Il mondo libero - ha aggiunto Katz - deve appoggiare senza condizioni Israele nella sua guerra con il diavolo, Iran e l'islam estremistico. La nostra guerra è la vostra guerra e le minacce di Nasrallah a Cipro sono solo l'inizio".

Un eventuale conflitto totale tra Israele e Libano avrebbe tuttavia molte incognite militari: l'Idf sa bene che l'armamento degli Hezbollah non è quello di Hamas. Non a caso, funzionari statunitensi hanno fatto sapere alla Cnn di temere seriamente che, nel caso di una vera e propria guerra, i miliziani sciiti - sostenuti dall'Iran - potrebbero sopraffare con missili e droni le difese aeree israeliane nel nord, compreso il sistema di difesa aerea Iron Dome.

"Riteniamo - ha spiegato un alto funzionario - che almeno alcune" batterie "saranno sopraffatte". Anche se Israele non ha solo l'Iron Dome, ma anche il molto più sofisticato ed efficace sistema di difesa 'David's Sling' (La Fionda di Davide), una città come Haifa è a poca distanza dalla frontiera con il Libano. Anche oggi razzi e droni sono partiti dal Libano verso obiettivi del nord di Israele, dove da mesi gran parte della popolazione è stata portata via. L'Idf ha replicato colpendo oltre confine le infrastrutture degli Hezbollah in varie zone e abbattendo un drone sulle Alture del Golan.

Va poi ricordato che le ultime minacce del leader degli Hezbollah, stretto alleato dell'Iran, nei confronti di Cipro - accusato di parteggiare per Israele con Nicosia che ha negato - hanno di fatto coinvolto un Paese membro della Ue. "La regione e il mondo - ha ammonito il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres - non possono permettersi che il Libano diventi un'altra Gaza. Il rischio che il conflitto in Medio Oriente si allarghi è reale, e va evitato", ha aggiunto esprimendo "profonda preoccupazione per l'escalation tra Israele e Hezbollah lungo la Linea Blu con scontri a fuoco e una retorica bellicosa da entrambe le parti, come se una guerra totale fosse imminente". E ha invocato la soluzione diplomatica secondo le linee della Risoluzione 1701 dell'Onu.

Al 259/esimo giorno di guerra a Gaza, l'Idf sta aumentando sempre più la pressione a Rafah nel sud della Striscia con tank, raid e "combattimenti intensi". Proprio a Rafah, la Mezzaluna Rossa - citata dai media internazionali - ha riferito che 18 palestinesi sono stati uccisi in un raid israeliano su tende per profughi ma il bilancio potrebbe crescere. Si contano anche 35 feriti. Intanto - secondo una denuncia di Medici senza frontiere (Msf) - le quantità di medicinali e attrezzature essenziali a disposizione dei team della ong hanno raggiunto livelli critici, visto che nessuna fornitura è entrata a Gaza dalla fine di aprile.

Se i negoziati per sbloccare la situazione tra le parti restano al palo, Netanyahu ha confermato il suo piano per il futuro di Gaza: "una Striscia demilitarizzata, retta da un'amministrazione civile con sponsorizzazione interaraba".

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