Medio Oriente

'Non siete al sicuro a Tel Aviv', la minaccia Houthi contro Israele

Netanyahu martedì da Biden, giovedì i mediatori dello Stato ebraico tornano ai colloqui per la tregua a Gaza

Redazione Ansa

"Il nemico israeliano non è più al sicuro in quella che viene chiamata Tel Aviv". Lo ha detto in una dichiarazione pubblica il leader degli Houthi, Abdul Malik. "Gli Houthi dello Yemen continueranno ad attaccare Israele, non ci saranno linee rosse nella risposta degli Houthi a Israele", ha aggiunto Mohammed Abdulsalam, portavoce del gruppo sostenuto dall'Iran. I ribelli yemeniti hanno fatto un primo bilancio dei raid di ieri di Israele sulla città portuale di Hodeida. Ci sarebbero 6 morti e almeno 87 feriti. Nella notte invece l'esercito israeliano ha intercettato nel Mar Rosso un missile lanciato dallo Yemen e diretto verso lo Stato ebraico. L'esercito israeliano ritiene che il fronte di guerra con gli Houthi yemeniti stia diventando sempre più centrale. Per questo - hanno riferito i media - l'Idf si sta preparando alla possibilità di dover attaccare altri obiettivi in Yemen. Nell'ambito della minaccia degli Houthi, l'aviazione sta operando per allargare la difesa aerea di Israele, in particolare nella zona di Eilat e nel sud. Intanto si è saputo, in base a un'indagine dell'aviazione, che il drone di fabbricazione iraniana lanciato dagli Houthi nella notte tra giovedì e venerdì contro Tel Aviv ha percorso più di 2.600 chilometri prima di arrivare in Israele. Il Samad-3 modificato ha attraversato il mar Rosso, raggiugendo l'Eritrea, poi è passato a nord del Suda e dell'Egitto e ha raggiunto il Mediterraneo indirizzandosi verso Tel Aviv da occidente. In quel momento - ha continuato l'indagine dell'aviazione - gli operatori radar israeliani erano concentrati su un altro drone, poi abbattuto, lanciato dall'Iraq da una milizia alleata dell'Iran. 

Giovedì prossimo una delegazione israeliana tornerà ai negoziati tenuti dai mediatori di Usa, Egitto e Qatar per un nuovo cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo ha deciso il premier Benjamin Netanyahu che ha avuto - ha fatto sapere il suo ufficio - "un dibattito approfondito sulla questione degli ostaggi insieme al gruppo negoziale e agli alti funzionari della sicurezza". Ieri sera il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha chiesto nella manifestazione a Tel Aviv che il premier non parta senza aver prima raggiunto l'accordo con Hamas per il ritorno degli ostaggi. Lo stesso è stato chiesto nelle altre manifestazioni che, come ogni sabato sera, si sono svolte in molti luoghi di Israele.  Netanyahu incontrerà il presidente statunitense Joe Biden martedì a Washington. Netanyahu partirà per gli Usa domani mattina. In un primo momento era stato stabilito che il premier partisse stasera e che l'incontro con Biden si tenesse lunedì.

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