Medio Oriente

Razzi dal Libano sul nord di Israele, 12 morti. Netanyahu: Hezbollah pagherà un prezzo alto

Il premier israeliano anticipa il rientro dagli Usa e convoca il gabinetto di sicurezza. Washington: terribili attacchi sulla Linea blu. Borrell condannato il 'bagno di sangue'

Redazione Ansa

Una fonte della sicurezza israeliana citata da Sky News Arabic e rilanciata dal Times of Israel ha affermato che Israele risponderà con forza all'attacco su Majdal Shams, "ma non abbiamo intenzione di scatenare una guerra". Gli Hezbollah "pagheranno un prezzo alto". Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo l'attacco dal Libano. 

I vertici militari israeliani hanno presentato al ministro della Difesa, Yoav Gallant, "opzioni per un'azione contro gli Hezbollah". Le proposte sono state avanzate durante la riunione tra Gallant e il capo di Stato maggiore dell'esercito e il comandante del fronte del nord. Lo ha fatto sapere il suo ufficio, secondo cui Gallant "ha stabilito le linee di condotta e ha impartito istruzioni di conseguenza all'apparato di difesa".

Gli Stati Uniti "continueranno a sostenere gli sforzi per porre fine a questi terribili attacchi lungo la Linea blu, che deve essere una priorità assoluta. Il nostro sostegno alla sicurezza di Israele è ferreo e incrollabile contro tutti i gruppi terroristici sostenuti dall'Iran, tra cui l'Hezbollah libanese": lo afferma in una nota il Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa dopo l'attacco missilistico sulle Alture del Golan. 

L'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell ha condannato il "bagno di sangue" dell'attacco che ha provocato almeno 11 morti sulle Alture del Golan, in Israele, sul quale esorta un'inchiesta internazionale indipendente. "Immagini scioccanti dal campo da calcio nella città drusa di Majdal Shams. Condanno fermamente questo bagno di sangue. Abbiamo bisogno di un'indagine internazionale indipendente su questo inaccettabile episodio. Esortiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione ed evitare un'ulteriore escalation", ha affermato Borrell in un post su X. 

Il razzo lanciato dal Libano verso la cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, all'estremo confine nord di Israele, è andato "oltre i limiti" e rischia di far precipitare il conflitto con gli Hezbollah in una guerra "aperta e totale". Il bilancio dell'attacco che ha centrato un campo di calcio è di almeno 12 morti, soprattutto bambini e ragazzi, e di oltre 30 feriti, almeno 6 in gravissime condizioni. Si tratta del più alto numero di vittime civili israeliane dal 7 ottobre scorso, quando è iniziato il conflitto e, anche se il Partito di Dio libanese ha negato la responsabilità, l'Idf punta il dito contro Hezbollah, "in base a valutazioni di intelligence".
Il premier Benyamin Netanyahu - ancora negli Usa - si è immediatamente messo in contatto per consultazioni con il suo governo ed ha accelerato il rientro in Patria convocando un gabinetto di sicurezza al suo arrivo, mentre il ministro della difesa Yoav Gallant riuniva i vertici militari, al comando generale di Tel Aviv, per un esame della situazione.
La risposta israeliana rischia di essere durissima con il ministro degli esteri israeliano Israel Katz che, dopo aver parlato per telefono con il premier, ha denunciato come "Hezbollah abbia oltrepassato tutte le linee rosse. Stiamo affrontando una guerra totale", ha aggiunto. Lo Stato ebraico avrà "pieno sostegno" da Usa ed Europa, ha detto Katz senza tuttavia fornire dettagli su cosa cambierà nelle azioni dello stato ebraico. "Gli eventi al nord porteranno ad una drammatica svolta nei combattimenti nell'area", ha riferito una fonte israeliana della delegazione di Netanyahu in America. E per un'altra fonte "il disastro di Majdal Shams potrebbe dare un cambio di direzione alla guerra".
Israele ha più volte ammonito i miliziani sciiti che, in solidarietà con Hamas, hanno cominciato a tirare razzi sul nord del Paese l'8 ottobre scorso, un giorno dopo l'attacco della fazione islamica ai kibbutz. Solo in giornata ne sono sono arrivati - secondo l'Idf - circa 40 in due tornate facendo risuonare le sirene di allarme in tutto il nord. Di una di queste faceva parte il razzo caduto nel campo di calcio situato accanto ad un parco giochi dove erano i bambini e i ragazzi, tutti tra i 10 e i 20 anni. Un video sui social ha mostrato il tremendo impatto del razzo e l'esplosione che ne è seguita.
L'esercito ha detto che le sirene di allarme sono risuonate non appena il razzo è stato agganciato dai sistemi di difesa ma che non c'è stato abbastanza tempo "per mettersi al riparo" e che per questo sta indagando sull'incidente. La comunità drusa ha reagito con durezza all'attacco degli Hezbollah. Il leader spirituale della comunità lo sceicco Muafak Tarif ha condannato "il brutale attacco omicida: è impossibile immaginare e descrivere le immagini orribili dei bambini e dei loro corpi sparsi sull'erba". E la condanna è arrivata anche dal governo di Beirut. Alcuni analisti hanno evocato il fatto che Hezbollah abbia negato il tiro, considerato che le vittime sono druse, ovvero arabi.
Mentre sale alle stelle la tensione al nord, Israele continua ad attaccare a Gaza con oltre 30 morti denunciati da Hamas in un ospedale da campo nel centro della Striscia con l'Idf che parla di un'operazione contro un centro di comando di Hamas in un complesso scolastico.
Israele ha intanto consegnato ai mediatori la proposta "aggiornata" per un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. La prima verifica di una potenziale intesa, inseguita da mesi nonostante le nuove tensioni possano far richiudere gli spiragli, avverrà domani a Roma dove è atteso un vertice tra una delegazione israeliana, guidata dal capo del Mossad David Barnea, il direttore della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed Al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal. Un vertice blindato durante il quale si vedrà se questa volta i margini di intesa sono reali. Nella proposta aggiornata consegnata da Israele ci sono i punti su cui ha più insistito Netanyahu. Tra questi, un meccanismo di controllo per impedire il passaggio dal sud al nord di Gaza di miliziani. Un altro punto riguarda la permanenza del controllo israeliano del 'Corridoio Filadelfia', la striscia di terra tra Gaza e l'Egitto, per impedire il contrabbando di armi di Hamas come avvenuto nei passati anni. 

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