Medio Oriente

Primi rientri in Italia dal Libano, c'è panico tra gli stranieri

I racconti: 'A Beirut lunghe file per trovare posto sui voli'

Redazione Ansa

"La situazione è molto tesa. Gli stranieri che si trovano in Libano sono nel panico. Sentendo le notizie dai telegiornali, sembra che la guerra rischi di esplodere da un momento all'altro. Abbiamo quindi accolto l'indicazione a lasciare quanto prima il Paese, oltre che su invito arrivato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche su pressione dei nostri figli e amici che ci hanno chiamato dall'Italia. E abbiamo anticipato il rientro". E' la testimonianza di Victor Trad, di origine libanese, da 43 anni in Italia, arrivato con la moglie stamattina all'aeroporto di Fiumicino da Beirut con un volo della Mea. "Eravamo andati in Libano per un matrimonio che fortunatamente c'è stato prima degli ultimi avvenimenti. Noi comunque eravamo in una zona abbastanza tranquilla a 30 chilometri a nord della capitale.
    Nonostante ciò, abbiamo accolto l'invito a lasciare il Paese ed oggi siamo qui".
    "Ero andato in Libano con mia moglie e due figli di 17 e 14 anni, a trovare i parenti. Dovevamo rientrare il 15 agosto ma - racconta Hicham Mouallem, chirurgo plastico libanese che vive e lavora in Italia da tanti anni - visto il precipitare della situazione, abbiamo anticipato il rientro. Abbiamo interrotto le vacanze. Lo abbiamo fatto anche perché non era facile trovare i biglietti aerei. In aeroporto a Beirut ci sono infatti file lunghissime di stranieri che stanno cercando un volo per rientrare. C'è molta tensione e preoccupazione per quello che potrebbe succedere ma è tutto un'incognita".
   

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