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A Londra 'Mal di Sicilia', ritratto di un'isola indecisa a tutto

All'Istituto italiano di Cultura il libro di Francesco Terracina

Redazione Ansa

(ANSA) - LONDRA, 13 MAG - Stabilite le dovute proporzioni, Gran Bretagna e Sicilia hanno qualcosa da dirsi in quanto isole.
    L'estensione territoriale fuori proporzione - uno a dieci - non basta a diluire quel sentimento che i confini d'acqua generano negli isolani: salpare è un po' più che partire e approdare è diverso dall'arrivare. E così 'Mal di Sicilia', il saggio narrativo del giornalista Francesco Terracina, edito da Laterza, ha trovato un 'porto' a Londra, all'Istituto italiano di Cultura diretto da Francesco Bongarrà, il quale ha evidenziato le potenzialità creative e operative di questo "felice struggimento".
    Accolto da un pubblico che ha riempito la sala conferenze, partecipando attivamente alla presentazione del volume, l'autore ha dialogato con il professor John Dickie, storico e docente di studi italiani all'University College di Londra, uno tra gli accademici britannici più esperti di Italia e di Sicilia. La Sicilia di cui parla Terracina è il luogo dove si muove un'umanità indecisa tra il desiderio di fuga e la voglia di restare o di farvi ritorno. Un'isola in cui le sirene lavorano a tempo pieno, segnalando vantaggi e pericoli annidati in una realtà che fa di tutto per rendersi complessa e ammiccante, e che genera caos e bellezza con pari intensità. Protagonisti del "Mal di Sicilia" sono "quattordici persone, tutt'altro che personaggi - ha detto Dickie - che dialogano a distanza e ritraggono l'isola attraverso la loro esperienza, a volte tragica".
    Sono due stranieri ad aprire il volume, ha sottolineato lo studioso: "Un eremita tedesco che da oltre mezzo secolo vive in una grotta di Filicudi, nelle Eolie, e un archeologo inglese, Alexander Hardcastle, che un secolo fa si trasferì in Sicilia, attratto dalla Valle dei Templi che gli procurò la gioia della bellezza e una tragica fine: morì nell'ospedale psichiatrico di Agrigento". E ancora: Elio Vittorini, che appena ventenne lasciò l'isola per farne poi l'oggetto della sua attività letteraria; Goliarda Sapienza, Laura Di Falco, Livia De Stefani, tre scrittrici ossessionate per tutta la vita dalla loro terra d'origine, lasciata quando erano appena adolescenti. Infine, le vittime della mafia: Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Gaetano Costa, Mauro Rostagno, che "volevano raddrizzare le cose storte della Sicilia e sono stati puniti con la morte", ha osservato Terracina. (ANSA).
   

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