(ANSA) - BUENOS AIRES, 27 MAG - L'eccezionalità del
padiglione italiano alla Biennale di Venezia quale metafora
della decadenza sociale e politica, ma nello stesso tempo anche
come strumento di un necessario messaggio di speranza e di
ottimismo è stata al centro di una conferenza tenuta
nell'Istituto italiano di cultura di Buenos Aires dal curatore
dell'iniziativa, Eugenio Viola.
Commentando l'intervento-opera 'Storia della notte e destino
delle comete', realizzato da Gian Maria Tosatti per gli spazi
delle Tese delle Vergini, Viola ha chiarito che esso è risultato
il progetto vincente fra dieci presentati per l'allestimento del
padiglione italiano per l'edizione 2022 della Biennale.
"La scelta fatta dal ministro Dario Franceschini - ha
spiegato - è stato un momento di rottura nella storia del
padiglione italiano che per la prima volta ha utilizzato i suoi
2.000 mq per ospitare l'opera di un solo artista". "Non è stata
una opzione radicale - ha sottolineato Viola - ma in pratica un
allineamento con i padiglioni degli altri Paesi che generalmente
accolgono i lavori di un unico artista".
Nelle quattro aree in cui è separato il progetto, che i
visitatori, "involontari performer", percorrono individualmente,
è proposto, fra il reale e il surreale, uno scenario industriale
visibilmente colpito da una crisi, dove macchine e strutture
abbandonate rappresentano il presente, e il fattore umano invece
si percepisce solo come il passato.
L'opera narra inoltre il difficile equilibrio tra uomo e
natura, tra sviluppo sostenibile e territorio, tra etica e
profitto, facendo espressamente riferimento all'Agenda 2030 per
lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite
E' una successione di scenari spiazzanti che preparano la
visione finale in cui, dice, "l'immaginario si ribalta in una
vera e propria epifania". Si giunge infatti alla visione finale,
il Destino delle Comete, che "ricorda come la natura
oltraggiata, fin dai tempi del diluvio, non perdoni l'uomo".
"Con Tosatti, a cui mi lega una lunga esperienza lavorativa -
ha spiegato Viola - abbiamo voluto in definitiva investigare la
relazione fra l'uomo e l'ambiente in una situazione
meta-pandemica" e "proporre una visione dello stato attuale
dell'umanità e delle sue prospettive future".
Un fattore che il curatore ha infine voluto far risaltare, è
la quantità dei riferimenti culturali, cinematografici, musicali
e letterari che Tosatti propone nell'intervento opera, con
allusioni a John Houston, Gino Paoli, Pier Paolo Pasolini,
Ermanno Rea, Georges Didi-Huberman e la colombiana Beatriz
Gonzalez, per la quale "l'arte racconta quello che la storia non
può raccontare". (ANSA).
Biennale: Buenos Aires, viaggio nel padiglione dell'Italia
Eugenio Viola ha mostrato l'opera simbolo di Gian Maria Tosatti