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La Giornata mondiale dello sport a Città del Capo

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL CAPO, 01 OTT - Il 27 settembre si è svolta presso l'Università di Cape Town (Uct) la Giornata Italiana dello Sport, organizzata in collaborazione con il Dipartimento Hpals (Health through Physical Activity, Lifestyle and Sport) dell'Università. All'evento hanno partecipato l'Ambasciatore d'Italia Alberto Vecchi, il Console Italiano a Cape Town, Giulio Mignacca, e il Prof. Luca Tiano, addetto scientifico presso l'Ambasciata. Nel corso dell'incontro si è voluto sottolineare l'importanza dello sport come strumento di inclusione sociale e benessere, rafforzando al contempo la cooperazione scientifica e accademica tra Italia e Sudafrica.
    Presente all'avvenimento anche il leggendario Marcello Fiasconaro, atleta Italiano di madre sudafricana e oggi residente in Sudafrica, il cui storico record mondiale degli 800 metri, stabilito nel 1973, resta imbattuto come record italiano. La sua testimonianza ha messo in luce l'importanza del supporto scientifico e dell'allenamento di alto livello che gli permisero di raggiungere questo traguardo eccezionale, nonostante le difficoltà affrontate durante il periodo dell'apartheid. Jeroen Swart, Professore di Medicina dello Sport presso la Uct, ha poi presentato il suo intervento sulla valutazione delle performance ciclistiche. Swart ha descritto come le moderne tecnologie e la ricerca scientifica siano fondamentali per il successo di atleti di livello mondiale e ha voluto dimostrare l'importanza di collaborazioni con centri di ricerca e l'integrazione tra nutrizione, allenamento e analisi delle prestazioni. Dall'Italia, la Dr.ssa Giovanna Ghiani dell'Università di Cagliari ha illustrato l'eccezionale percorso di un giovane atleta sardo che, nel corso di tre anni, ha completato tre sfide estreme per raccogliere fondi a scopo benefico: nuotare 50 km in mare aperto, correre 21 maratone in 21 giorni consecutivi e, quest'anno, nuotare 100 km senza sosta.
    L'Università di Cagliari ha seguito gli aspetti scientifici delle imprese, monitorando la salute dell'atleta e i parametri fisiologici per garantire che gli sforzi straordinari non compromettessero il suo benessere psicofisico. Lo studio vuole dimostrare come un approccio scientifico strutturato possa permettere a un atleta di superare i propri limiti, minimizzando i rischi e promuovendo al contempo l'attività fisica come strumento di solidarietà.
    In conclusione è stata avviata una partnership tra l'Università di Cagliari e l'Hpals di Uct, con l'obiettivo di sviluppare progetti congiunti nel settore della medicina sportiva e della scienza del movimento, favorendo anche la mobilità dei ricercatori tra i due Paesi. (ANSA).
   

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