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Amb. Ambrosetti, riequilibrare l'interscambio con la Cina

'Priorità assoluta nel rilancio dei rapporti bilaterali'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 DIC - "La presenza italiana in Cina è una presenza pluridecennale, con grandissima capacità di proiezione di sistema. A Suzhou abbiamo il più grosso distretto industriale italiano al di fuori dell'Europa, quindi ci sono delle basi molto solide, però dobbiamo puntare a riequilibrare l'interscambio, che è una priorità assoluta nel rilancio del nostro rapporto bilaterale". Lo ha sottolineato l'ambasciatore d'Italia a Pechino, Massimo Ambrosetti, parlando con l'ANSA a margine della Conferenza degli Ambasciatori in corso alla Farnesina.
    La sfida non "è solo la crescita dell'interscambio ma è la crescita della nostra competitività: la Cina è una potenza globale tecnologica e noi vogliamo che la Cina, come l'Europa ha fatto per decenni, possa trasferire tecnologia avanzata verso anche l'Europa, verso l'Italia per continuare a crescere assieme", ha proseguito l'ambasciatore Ambrosetti ribadendo la necessità, da un lato, di "mantenere alto il nostro export verso la Cina" e dall'altro di "attrarre investimenti qualificati cinesi".
    Sul fronte dei rapporti Italia-Cina, dopo il superamento della Via della Seta, "la scelta ormai è alle nostre spalle, come fra l'altro ha anche sottolineato la positività dell'incontro del presidente Mattarella col presidente Xi Jinping. Stiamo guardando al futuro. Noi peraltro avevamo il nostro partenariato strategico bilaterale che è un contenitore dove ci sono tutti i formati di cooperazione, tutti gli ambiti per crescere nel nostro rapporto con la Cina. Questa è stata la scelta del governo che è stata poi anche rafforzata da un contesto molto favorevole, perché l'anno scorso durante questo negoziato abbiamo celebrato anche i 700 anni di Marco Polo. Un evento che ha sottolineato la profondità delle radici del nostro rapporto bilaterale e questo è un aspetto che i cinesi considerano assolutamente importante".
    "Credo che il sistema internazionale, sebbene gli scenari siano estremamente complessi e purtroppo non in miglioramento, non possa essere stabilizzato senza un contributo responsabile della Cina", ha poi spiegato ricordando che "la Cina è una potenza globale, è troppo grande, sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista strategico, politico, per non contribuire a una soluzione condivisa di tutti gli scenari di crisi che stiamo fronteggiando". (ANSA).
   

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