Alcuni lenti rintocchi di una campana a Ground Zero hanno ricordato alle 8.46 il momento esatto in cui 13 anni fa - l'11 settembre 2001 - il primo degli aerei dirottati dai terroristi di al Qaida si schiantò contro la Torre Nord del World Trade Center. Allo stesso tempo, il presidente Barack Obama e la first lady Michelle, con la mano destra sul cuore, hanno osservato un minuto di silenzio in una cerimonia alla Casa Bianca.
E alle 9.03, una seconda pausa è stata osservata a New York durante l'annuale lettura dei nomi delle circa 3.000 vittime per ricordare il momento in cui il secondo aereo si è schiantato sulla Torre Sud. E ancora un attimo di silenzio all'ora in cui il terzo aereo si schiantò sul Pentagono e il volo 93 su un campo in Pennsylvania.
In una sovrapposizione forse non casuale, Obama ha ricordato il peggior attacco all'America quando già nel suo discorso alcune ore prima - annunciando una campagna di raid aerei contro l'Isis - aveva di fatto ufficialmente aperto un nuovo fronte della lotta al terrorismo. Dopo le guerre in Iraq e Afghanistan, ha detto, l'America è più sicura, ma ancora "continuiamo ad affrontare la minaccia terrorista. Non possiamo cancellare ogni traccia del male dal mondo. Era così prima dell'11 settembre ed è così ancora oggi". Ma "gli americani vanno avanti, e non devono mai cedere alla paura", ha detto il Commander-in-Chief in una cerimonia al Pentagono, in cui ha anche affermato che quel giorno i terroristi "hanno cercato di rompere il nostro spirito per dimostrare al mondo che il loro potere di distruggere era più forte del nostro potere di proteggere e costruire. Ma l'America ha dimostrato che si sbagliavano".
Tredici anni di ''ricostruzione e rinnovamento'': l'anniversario dell'11 settembre è un tributo al fatto che la speranza è più forte della paura, ha detto Obama, sottolineando che ''amore è la riposta ultima all'odio mostrato'' quel settembre di tredici anni fa. "Oggi rendiamo onore a tutti coloro che hanno compiuto l'estremo sacrificio in questi 13 anni, oltre 6.800 patrioti americani".
A Ground Zero, familiari delle vittime della strage intervenuti alla cerimonia ufficiale sembrano dargli ragione. "Dobbiamo in qualche modo replicare se delle persone ci fanno cose del genere, perché ciò che sta facendo l'Isis può colpirci anche qui", ha detto al New York Times Zoe Kousoulis, madre di una donna di 29 anni che 13 anni fa era al 104/mo piano della Torre Nord.
In questi 13 anni Lower Manhattan è intanto profondamente cambiata. Molte zone non sono più off limits. Sono state tolte gran parte delle recinzioni ed è nata la Freedom Tower, che è attualmente l'edificio più alto dell'emisfero occidentale. E Ground Zero viene aperta al pubblico senza restrizioni, dalle sei di pomeriggio fino alla mezzanotte. E' nato anche il 'National September 11 Memorial Museum', mentre la Family Room - divenuta una sorta di santuario per i familiari delle vittime e sino ad ora situata in un grattacielo al numero uno di Liberty Plaza - è stata invece trasferita ad Albany, nello Stato di New York.
Giornata di lutto per gli Stati Uniti ma non solo. Il mondo ricorda infatti la strage delle Torri Gemelle. Su Twitter gli hashtag #11settembre e #NeverForget sono stati al top delle tendenze italiane, gli argomenti più "cinguettati" in tempo reale.
Il ricordo della corrispondente ANSA da New York
Le brutali decapitazioni dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff per le mani dell'Isis hanno toccato un nervo nell'opinione pubblica degli Stati Uniti e oggi, a 13 anni dagli attacchi dell'11 settembre, il Paese scopre di aver paura. Quasi un americano su due, il 47%, è convinto che il suo Paese sia meno sicuro di quanto non fosse prima dell'11 settembre: lo rivela un nuovo sondaggio Wall Street Journal/Nbc. E' un dato significativo: a un anno dal crollo delle Torri Gemelle, nel settembre 2002, un altro rilevamento aveva misurato al 20 per cento la percentuale del Paese in apprensione, mentre l'anno scorso 28 su cento si erano detti preoccupati per possibili nuovi attentati. Solo il 26 per cento degli americani si sente oggi più sicuro che prima delle stragi di al Qaida.
New York resterà un obiettivo per eventuali attacchi terroristici. ''Eravamo il target numero uno un anno fa, lo eravamo anche prima. Non mi attendo che questo possa cambiare sotto di me''. Lo afferma il sindaco di New York, Bill De Blasio, in un'intervista all'Associated Press. La crescente minaccia dell'Isis ricorda che ''non ci si puo' adagiare sugli allori''. ''La responsabilità che io ho oggi nasce dal quel giorno orribile. Il mio ruolo ora è badare ai soccorritori che da allora si sono ammalati, ed essere vigile'' contro il rischio di eventuali attacchi.
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