Anche nella festività del 'presidents' day', celebrata in molte città dai detrattori di Trump con manifestazioni sotto lo slogan 'Not my president's day', tiene banco in Usa la Russia connection, al momento unica vera minaccia esistenziale per la Casa Bianca, sino al rischio di impeachment. Questa volta è Mosca, pur tardivamente, ad accusare i servizi segreti americani di spiare il suo ambasciatore a Washington Serghiei Kisliak, come emerso dalle intercettazioni telefoniche che hanno costretto alle dimissioni il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, proprio mentre sul suo tavolo era arrivato un controverso progetto di pace per l'Ucraina.
Ma la tensione resta alta dopo il siluramento di Craig Deare, che era stato nominato di recente al Consiglio per la Sicurezza nazionale (Nsc) come responsabile per gli Affari nell'Emisfero occidentale. Deare è stato licenziato per alcune critiche avanzate in un think tank di Washington, dove avrebbe accusato l'amministrazione Trump per le sue politiche sull'America Latina, in particolare sul Messico, e l'inner circle del presidente, compreso il chief strategist Steve Bannon e il genero Jared Kushner, per la mancata consultazione del Nsc. "Non penso che nessuna persona incaricata di perseguire l'agenda del presidente dovrebbe essere contro tale agenda", ha spiegato una portavoce della Casa Bianca. Ad aumentare la confusione un progetto di pace per l'Ucraina che era stato recapitato sul tavolo di Flynn da Michael Cohen, avvocato privato (sposato con una ucraina) e uomo di fiducia di Trump. Un piano che prevede la possibilità di revocare le sanzioni a Mosca in cambio del ritiro delle truppe russe dall'est ucraino e un referendum ucraino sull'affitto della Crimea per 50 o 100 anni alla Russia. Il Cremlino ha snobbato la cosa. "Primo, non sappiamo nulla di questo piano. Secondo, sappiamo che gli accordi di Minsk non hanno alternative. Terzo, come potrebbe la Russia prendere in affitto una sua regione? Anche questo punto è assurdo", ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Secondo il Nyt, il documento è stato elaborato, oltre che da Cohen, da Felice Sater, un businessman che ha aiutato Trump a fare affari in Russia e che in passato si è dichiarato colpevole di una truffa legata a titoli azionari che coinvolgeva la mafia, e da Andrei Artemenko, un deputato ucraino che è stato in carcere per due anni a Kiev per appropriazione indebita e che sostiene di aver ricevuto per questo progetto incoraggiamenti da collaboratori vicini a Putin. (ANSA).
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