Nord America

Usa, aumento spese Difesa di 54 miliardi

'Tagli consistenti ad altre spese tra cui gli aiuti all'estero'

Redazione Ansa

Il nuovo bando sugli ingressi negli Usa da sette Paesi a maggioranza musulmana non dovrebbe riguardare i visti già esistenti. Lo riporta il Wall Street Journal in quella che dovrebbe essere la vigilia del varo del nuovo decreto, atteso per mercoledì 1 marzo. Il provvedimento dovrebbe dunque applicarsi solo ai futuri visti di ingresso da Siria, Iraq, Iran, Libia, Somalia, Yemen, Sudan. Esentati dal divieto, invece, anche i "residenti legali permanenti" e i detentori di green card.

Iintanto il presidente americano Donald Trump ritiene che probabilmente il suo predecessore, Barack Obama, sia dietro le fughe di notizie che hanno caratterizzato il primo mese della sua amministrazione: lo ha affermato Trump durante un'intervista al programma 'Fox and Friends' della Fox News. Il presidente ha inoltre accusato Obama di essere responsabile dell'organizzazione delle proteste contro i repubblicani questo mese in varie città americane

La Casa Bianca punta intanto ad aumentare le spese per la difesa di 54 miliardi di dollari attraverso un taglio corrispettivo sul fronte delle spese di altre agenzie e dipartimenti. Lo riporta la Casa Bianca nel corso di una conference call con i giornalisti. In particolare - si spiega - tagli consistenti sono previsti sul fronte degli aiuti all'estero. Il presidente Donald Trump inoltre ha fatto sapere che ha una soluzione "molto buona" per sostituire l'Obamacare, che ha "fallito, deve essere bocciato e sostituito". Il piano per il taglio delle tasse, ha aggiunto, non può procedere fino a quando non si conosceranno i costi per la riforma sanitaria.  

E la Russia risponde: "Per ora si tratta di retorica pura. Ma se il budget (militare americano) verrà aumentato allora reagiremo", ha detto all'Interfax Leonid Slutsky, capo commissione Esteri della Duma.

 

'Rischio di caccia alle streghe in Russiagate' - Il presidente (repubblicano) della commissione intelligence della Camera Devin Nunes ha ammonito sul rischio di una "caccia alle streghe" nelle indagini sul Russiagate. "Non c'e' alcuna prova allo stato di contatti tra la campagna di Trump e dirigenti del governo russo": ha sostenuto in una conferenza stampa Nunes, uno dei parlamentari contattato dalla Casa Bianca per telefonare ad alcuni giornali e confutare l'articolo del Nyt sui "ripetuti contatti" tra l'entourage di Trump e l'intelligence russa.
   

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