La Cina ha accusato gli Stati Uniti di "bullismo" e ha suggerito che potrebbe prendere non meglio specificate "contromisure" dopo il divieto di scaricare le app cinesi TikTok e WeChat imposto da Washington a partire da domani. "La Cina esorta gli Stati Uniti ad abbandonare il bullismo e a cessare le sue azioni illecite", afferma il Ministero del Commercio cinese. "Se gli Stati Uniti insisteranno su questa strada, la Cina adotterà le misure necessarie a salvaguardare risolutamente i diritti e gli interessi legittimi delle società cinesi".
E, intanto, TikTok fa causa all'amministrazione Trump per bloccare il divieto sull'app. E' la seconda volta che TikTok sfida in tribunale le azioni del presidente americano. Secondo l'app Trump ha prevaricato la sua autorità e lo ha fatto per motivi politici piuttosto che per fermare "una straordinaria minaccia" agli Stati Uniti. TikTok, nella documentazione depositata in tribunale e riportata dall'agenzia Bloomberg, mette inoltre in evidenza che l'azione di Trump "distruggerebbe una comunità online dove milioni di americani si uniscono per esprimersi" e che l'amministrazione ha "ignorato le prove" che mostrano l'impegno di TikTok alla privacy e alla sicurezza degli americani
"Su indicazione del presidente, abbiamo deciso per un'azione significativa per combattere la maligna raccolta di dati personali degli americani da parte della Cina, promuovendo allo stesso tempo i nostri valori e le norme della democrazia", aveva affermato il segretario al Commercio americano, Wilbur Ross, confermando il divieto per WeChat e TikTok a partire da domenica. "Il Partito Comunista Cinese ha dimostrato di usare queste app per minacciare la sicurezza nazionale, la politica estera e l'economia americana", aveva aggiunto il Dipartimento del Commercio.
"Siamo in disaccordo con la decisione del Dipartimento del Commercio, e siamo delusi dal blocco dei nuovi download da domenica e sul divieto di uso dell'app TikTok dal 12 novembre", aveva replicato TikTok in una nota.
"Abbiamo delle opzioni per TikTok, non faremo nulla che possa mettere in pericolo la nostra sicurezza", aveva detto Donald Trump. "Deciderò abbastanza velocemente", aveva spiegato il presidente Usa riferendosi al possibile accordo con Oracle, sul quale continuano le trattative.