Sale la tensione nella campagna elettorale americana, con una escalation di attacchi reciproci tra i due ticket presidenziali, dopo che Kamala Harris - avanti per la prima volta oltre il margine di errore in un sondaggio della Marquette Law School (53% a 47%) - ha neutralizzato anche il vantaggio di Donald Trump nelle folle oceaniche ai comizi. Joe Biden e la sua vice hanno rilanciato l'allarme della minaccia Trump per la democrazia. Mentre il tycoon, deluso dal suo vice JD Vance e frustrato dallo slancio del tandem democratico che lo sta oscurando mediaticamente, ha cercato di riprendersi la scena con una conferenza stampa - la prima da aprile - di 75 minuti a Mar-a-Lago, di cui 20 di soliloquio introduttivo e non priva di menzogne e insulti. Anche per dimostrare che lui non si sottrae alla stampa, come invece sta facendo la sua rivale Kamala da quando è diventata "illegittimamente" la candidata del partito. "Se Trump perde, non sono affatto sicuro che ci sarà una transizione pacifica", ha detto il presidente in una intervista a Cbs, che andrà in onda integralmente domenica ma di cui è stato anticipato un passaggio.
"Noi non lo prendiamo sul serio ma lui invece parla seriamente, tutte quelle cose del tipo 'se perdiamo ci sarà un bagno di sangue'", ha messo in guardia parlando del tycoon, che non ha mai riconosciuto la sua sconfitta nel 2020 e che è sotto processo per l'assalto dei suoi fan al Capitol contro la certificazione della vittoria di Biden. Trump gli ha risposto a distanza ma con due sottolineature allarmanti: "Certo che ci sarà un trasferimento pacifico, come c'è stato l'ultima volta", ha detto. "Spero solo che avremo elezioni oneste", ha aggiunto. Poi ha difeso gli assalitori del Campidoglio e sostenuto che "nessuno è stato ucciso", mentre cinque persone sono morte nell'attacco o per le sue immediate conseguenze. Nel suo show The Donald ha annunciato di aver accettato tre dibattiti con Harris il 4 settembre su Fox, il 10 settembre su Abc e il 25 settembre su Nbc (per ora solo il secondo è stato ufficializzato), prima di attaccare la rivale su tutti i fronti: immigrazione, criminalità, economia, Israele ("è contraria a fornire le armi"). Quindi ha contestato che Kamala stia generando folle ed entusiasmo più grandi dei suoi e ha relativizzato l'importanza dell'aborto nelle elezioni, affermando che "la questione è stata ridimensionata di parecchio" e che "non sarà più un fattore importante".
Nel frattempo anche Harris ha evocato la minaccia del tycoon per la democrazia nel comizio col suo vice Tim Walz a Detroit, dove ha ricevuto l'endorsement del potente sindacato dell'auto: "Trump ha promesso apertamente che, se rieletto, sarà un dittatore il primo giorno, che userà la giustizia contro i suoi nemici politici... e che, cito, 'abrogherà la costituzione'", ha ricordato Kamala, ammonendo che "chi propone l'abrogazione della costituzione non dovrebbe mai più avere l'opportunità di stare dietro il sigillo del presidente degli Stati Uniti". Harris ha dato anche una lezione di correttezza politica mettendo fine al coro dei suoi fan che gridavano "lock him up" (incarceratelo) contro Trump, a differenza di quanto faceva il tycoon quando lo urlavano i suoi sostenitori contro la sua rivale Hillary Clinton: "Se ne occuperanno i tribunali, noi lo batteremo a novembre", ha detto.
La candidata presidenziale dem ha inoltre zittito alcuni contestatori filo palestinesi che gridavano "Kamala non puoi nasconderti, noi non voteremo per il genocidio": "Sono qui perchè credo nella democrazia. Credo che ogni voce conti. Ma ora sto parlando io", ha replicato perentoriamente, prima di definire lei e Walz come "guerrieri gioiosi" che combattono per la classe media, le libertà, il welfare. "Usa, Usa", hanno intonato i circa 15 mila fan, una delle folle entusiaste che Harris ha saputo resuscitare facendo rivivere per certi versi i tempi di Obama e togliendo a Trump questo primato esclusivo di cui andava fiero. Il tandem Gop fatica a trovare efficaci linee di attacco, a parte nomignoli, offese e l'ormai logora accusa che i due rivali sono estremisti di sinistra che faranno diventare gli Usa un Paese comunista.
Vance ha provato a sporcare l'immagine di Walz sul suo passato poco eroico nella Guardia nazionale o sui suoi legami con la Cina, ma sono stati quasi dei boomerang. Mentre su di lui continuano ad uscire notizie imbarazzanti, dai suoi rapporti con complottisti di destra come Charles Johnson ai suoi investimenti in start-up biotech che utilizzano le staminali, in contrasto quindi con la sua fede e la sua posizione sull'aborto. Rischia di diventare un flop anche l'attacco sulle proteste che infiammarono Minneapolis dopo la morte di George Floyd: nella registrazione di una conference call diffusa da Abc, Trump loda la risposta di Walz, allora governatore del Minnesota. Al tycoon forse non resta che puntare direttamente sui duelli tv: "Smaschererò Kamala durante il dibattito nello stesso modo in cui ho smascherato il corrotto Joe, Hillary e tutti gli altri durante i dibattiti. Solo che penso che con Kamala sarà più facile!", ha promesso su Truth.
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