(ANSA) - ROMA, 03 MAG - Il Consiglio nazionale degli
ingegneri ha inviato una nota a numerosi rappresentanti
istituzionali, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia
Meloni e il presidente dell'Anac (Autorità anticorruzione)
Giuseppe Busia, sul tema dell'equo compenso, per avere "una
richiesta di chiarimento relativa a determinati criteri
interpretativi che stanno creando notevoli difficoltà agli
ingegneri e, in generale, a tutte le categorie ordinistiche, che
rappresentano oltre due milioni di professionisti", in Italia.
Ad un anno dall'entrata in vigore della legge sulla giusta
remunerazione per i servizi dei lavoratori autonomi, segnala la
categoria tecnica presieduta da Angelo Domenico Perrini, da un
lato la disciplina "si esprime con grande semplicità e
chiarezza: si applica alle prestazioni rese dai professionisti
in favore della Pubblica amministrazione, stabilisce la nullità
delle clausole che non prevedono un compenso equo, e comunque
inferiore ai parametri ministeriali, anche all'esito di
un'eventuale gara", dall'altro, però, si è "costretti a
registrare prese di posizione incomprensibili in relazione
all'errata applicazione della norma, sovente disattesa negli
affidamenti regolati dal Codice dei contratti pubblici".
Gli ingegneri chiedono chiarimenti al governo su equo compenso
Lettera a Meloni e ad Anac: 'Legge disattesa nel Codice appalti'