Professioni

Autonomia, Ordini dei medici al governo: 'Sostenere il Ssn'

Preoccupa la 'devolution' delle professioni

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 LUG - "Il governo, impegnato nell'attuazione delle nuove disposizioni di legge, ascolti il Paese che chiede che il rinnovamento si accompagni a certezze e a sicurezza sociale, evitando il rischio di un'ulteriore deriva del nostro Servizio sanitario nazionale": è quanto chiede la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), in una mozione approvata all'unanimità dai presidenti dei 106 Ordini territoriali riuniti a Roma. Si invoca, in particolare, "una norma che rafforzi il ruolo del ministero della Salute proprio per bilanciare le istanze dell'autonomia con la garanzia uniforme della qualità e della competenza".
    Due gli aspetti che preoccupano i medici: la materia della salute, sulla quale molte regioni hanno espresso l'intenzione di richiedere l'autonomia legislativa e la 'devolution' delle professioni, tema che è indipendente dalla definizione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) e può, quindi, essere richiesta subito, prima degli appositi accordi previsti per le 23 materie regolamentate dalla legge, come è già accaduto, ad esempio, per il Veneto.
    "I dati sulle diseguaglianze in ambito sanitario tra le regioni - si legge nella mozione - evidenziano uno scenario preoccupante, che potrà essere affrontato solo con la definizione, da parte del governo, di adeguati livelli essenziali di prestazioni, da garantire a tutti i cittadini del nostro Paese, in termini di certificata, effettiva e concreta esigibilità". Netta, poi, la contrarietà della Fnomceo, "riguardo all'ipotesi di devoluzione alle Regioni della normativa sulle professioni sanitarie, in quanto la giurisprudenza costituzionale ha da tempo chiarito che l'argomento consta invero di una serie di materie tutte imprescindibilmente rimesse alla potestà legislativa statale in via esclusiva, senza spazio per la potestà legislativa regionale".
    Inoltre, "l'autonomia sull'ordinamento delle professioni può determinare inefficienze legate alle diversità di esercizio possibili con la devoluzione, anche indebolendo la posizione del Paese e dei nostri professionisti a livello europeo". (ANSA).
   

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