Il Patto educativo per la scuola annunciato dal premier, Matteo Renzi, per l'Italia ha un'avanguardia: il Trentino. "Stabilizziamo per l'anno scolastico 2014-2015 circa 700 precari, abbiamo aperto una sperimentazione sulla valutazione degli insegnanti fatta dagli studenti, partiremo con un piano di trilinguismo che inizia al nido, abbiamo legato lavoro e scuola mediante l'apprendistato, inserendo il progetto Garanzia giovani sui banchi, infine sui contenuti riscopriamo materie quali geografia, scienze e musica, perché aprono la mente e al mondo". A spiegarlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi dopo l'annuncio del presidente del Consiglio di un Patto educativo a proposito della scuola in Italia. "Bene quindi il Patto educativo.
Il Trentino - dice Rossi - è superpronto, perché siamo partiti un anno fa con piccoli passi concreti e significativi. Neanche la nostra è una riforma. Sono una serie di atti concreti che abbiamo iniziato a compiere". I passi fondamentali che il presidente trentino indica sono cinque, tutti già fatti o avviati. E c'è pure un'idea in più. "Sul tipo di scuola - spiega Rossi - chiederemo al ministro Stefania Giannini la possibilità di portare le superiori da cinque a quattro anni, perché è così in tutta Europa". "La stabilizzazione dei precari noi l'abbiamo già fatta - sottolinea innanzitutto Rossi a proposito dei passi già compiuti - e significa offrire più posti di lavoro nella scuola, ma anche più ore d'insegnamento e meno per le attività collaterali. Vuol dire pure dare più stabilità nelle sedi periferiche, essendo prevista una permanenza in sede di almeno tre anni". Secondo punto del percorso avviato è la valutazione degli insegnanti da parte degli alunni.
"Per parlare di merito - afferma Rossi - bisogna valutare. Noi lo facciamo coi ragazzi e ci accingiamo ad aprire un tavolo col sindacato per premiare chi s'impegna di più". Terzo punto che Rossi evidenzia, già nel suo programma di legislatura e tra le questioni su cui ha puntato di più, insieme alla stabilizzazione lavorativa, è il trilinguismo. "Vuol dire - chiarisce - avere italiano, tedesco e inglese già dalla scuola dell'infanzia e portarle avanti fino al termine del percorso educativo. Partiremo col piano e puntiamo a un insegnante di lingua straniera in ogni scuola materna. Stiamo già lavorando alla graduatoria e con ciò offriremo altre opportunità occupazionali e premieremo il merito. L'obiettivo è un Trentino trilingue entro dieci anni e la scuola è uno degli strumenti". E non si parte da zero. "A oggi - evidenzia Rossi - 118 scuole dell'infanzia hanno un progetto in inglese o in tedesco, in 455 classi della scuola elementare si insegna una materia in una lingua straniera e così in 249 classi di quella secondaria. Tutte le scuole superiori hanno l'insegnamento di una materia in lingua straniera al quinto anno". Quarto passo fondamentale del percorso già iniziato in Trentino è il collegamento tra scuola e lavoro, col progetto Garanzia giovani. "Noi non aspettiamo - dice Rossi - che i giovani siano disoccupati: si comincia con l'apprendistato a scuola, concretizzando il sistema duale alla tedesca". Quinto punto i contenuti, con la riscoperta di una serie di materie "un po' dimenticate. Se puntiamo alle lingue - porta ad esempio Rossi - dobbiamo volere conoscere altre culture e materie come geografia o musica sono un mezzo straordinario".
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