Arriva il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il Governo modifica la delega in Senato. Ma, anche se non si parla esplicitamente di superamento dell'art.18, e' questa la lettura che ne da' il relatore di Ncd, Maurizio Sacconi. In realtà esattamente opposta è l'interpretazione che ne danno dai parlamentari Pd impegnati sul dossier. L'emendamento certo sarà approvato ma lo scontro sul nodo del ''reintegro'' in caso di licenziamento giudicato illegittimo si sposta in avanti: ''solo con i decreti delegati - ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - si prenderà una decisione sull'art.18''.
Arrivà però l'alt dei sindacati, con la Cgil che si dice anche pronta a scioperare. Nell'emendamento presentato dal Governo alla delega si prevede per le nuove assunzioni ''il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio'', testo che ha fatto dire a Sacconi che per i neo assunti il nuovo contratto sarà senza reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. Di diverso avviso il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) che sottolinea come la delega sul lavoro andrà definita con i decreti attuativi e che l'emendamento del Governo ''lascia aperte molte interpretazioni''.
Il testo presentato dal Governo non cita l'articolo 18 non è citato, lasciando spazio ampio alla delega che il governo dovrà definire. Se per alcuni questo significherà la completa sostituzione del reintegro in caso di licenziamento giudicato illegittimo con un indennizzo economico commisurato all'anzianità di servizio (il reintegro resterebbe solo in caso di licenziamento discriminatorio) per altri potrebbe significare l'acquisizione del diritto dopo alcuni anni di lavoro o che il reintegro, su modello tedesco, possa essere solo una possibilità e non un obbligo per il giudice che dovesse considerare illegittimo il licenziamento. Resta aperto comunque anche il tema dell'indennizzo e su quale potrebbe essere un risarcimento equo.
Ma le novità sono anche altre. L'emendamento interviene anche sulla ''revisione della disciplina delle mansioni'' e sui controlli a distanza (tenendo conto dell'evoluzione tecnologica'' ma prevede anche l'introduzione ''eventualmente anche in via sperimentale'' del compenso orario minimo non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per i co.co.co. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha ribadito la necessità di superare l'articolo 18 sottolineando l'importanza di "avere le stesse regole" per tutti. "Che tu abbia lavorato in una azienda che abbia più di quindici dipendenti o meno - ha detto in un colloquio con 'La Stampa' - devi avere le stesse garanzie''.
L'articolo 18 è solo ''uno scalpo'' da portare ai falchi dell'Ue per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che ha avuto dal Direttivo il mandato per aprire una discussione con Cisl e Uil per una mobilitazione unitaria (il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini non ha partecipato al voto finale). ''Ieri - detto il numero uno della Uil, Luigi Angeletti - sembrava che si volesse eliminare l'articolo 18 per decreto. Una stupidaggine in sé. Ma Renzi non l'ha fatto. Perché non ha la forza. E questo vale anche per la riforma della Pubblica amministrazione, che finora si è limitata al taglio dei permessi sindacali. Tutto sembra urgente e intanto continuiamo a perdere posti di lavoro". Il contratto a tutele crescenti "va bene" per la Cisl ma solo "a condizione che serva a far fuori tutte le truffe in cui sono incappati i giovani". ''Bisogna - dice il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - eliminare quelle forme di lavoro truffa", "come le false partite Iva. Diversamente - avverte - sarebbe solo l'ennesimo contratto di lavoro e più di un milione di persone continueranno ad essere truffate". Per Bonanni la riforma dell'articolo 18 ''è un'ossessione'' e il Governo dovrebbe piuttosto dare i dati sui casi risolti negli ultimi due anni, da quando è andata in vigore la riforma Monti-Fornero.
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