C'erano il candidato Gianni Alemanno e lo stato maggiore del Pdl. E c'era Silvio Berlusconi che, dal palco, 'dedicava' due canzoni a Rosy Bindi, appena dimessasi dalla presidenza del Pd.
Tutti riuniti nella sontuosa opera monumentalista ideata da Gaetano Minnucci all'inizio degli anni '40 e situata a pochi passi dal Colosseo Quadrato. L'edificio non è nuovo a kermesse politiche (ma anche ad eventi di ben altro tipo, come il recentissimo Festival italiano del Rum) e già è stato calcato, negli anni, da uomini del centrosinistra italiano. Nel gennaio 2011, fu Nicola Zingaretti a festeggiare, con 1500 invitati, i 1000 giorni della sua amministrazione provinciale. E nel luglio 2013 furono lo stesso Zingaretti e il neosindaco Ignazio Marino a riunire i big dell'economia e dell'edilizia capitolina. A testimonianza, insomma, che al Salone ci sono passati un pò tutti. Ma, di certo, restano nella memoria le mega-cene che Berlusconi organizzava per promuovere i 'suoi' candidati, da quella alla Regione Lazio, Renata Polverini, (era il 2010) a Gianni Alemanno, candidato - sconfitto - al secondo mandato al Campidoglio. Cene luculliane, con decine di tavoli e menù ben più eleganti dello gnocco fritto che abbondava alle Feste dell'Unità. E lo scenario, con le colonne sontuose all'esterno e l'enorme dipinto di Gino Severini a dominare la sala interna, sarà identico anche stasera per un trend - quello della cena di autofinanziamento - che Berlusconi, per rimpinguare le magre casse azzurre, ha adottato in estate. Con la medesima quota, 1000 euro, ma nella più appartata Casina di Macchia Madama.
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