I contesti sono cambiati rispetto alla "preghiera" silenziosa che Benedetto XVI fece nella Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre di otto anni fa: ma l'analogo gesto compiuto oggi dal suo successore papa Francesco è un segnale non meno forte di volontà di dialogo con l'Islam. Allora quel momento di raccoglimento di Ratzinger davanti al "mirhab", la nicchia che indica la direzione della Mecca, segnò la svolta per il Papa tedesco dopo la crisi e gli incidenti innescati dal discorso di Ratisbona.
Oggi sul mondo musulmano pesano come non mai gli orrori e le tragedie seminati dall'estremismo jihadista e dal sedicente Califfato islamico, e con i due minuti di "adorazione silenziosa" - così la definisce il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi -, mentre il Gran Mufti spiegava versetti del Corano, dalla Moschea Blu papa Bergoglio ha visibilmente teso la mano all'Islam per il rafforzamento di rapporti fondati sul reciproco rispetto. Il Papa, arrivando a Istanbul da Ankara tra un imponente spiegamento di forze di polizia e militari, nel secondo giorno del suo viaggio in Turchia si è recato subito nel grande e celebre tempio islamico, invertendo l'ordine della visita rispetto al Museo di Santa Sofia proprio per rispettare l'ora della preghiera musulmana. All'ingresso si è tolto le scarpe, in adesione alla tradizione musulmana secondo cui si entra scalzi nei luoghi di culto. All'interno, a fargli da guida, il Gran Muftì, insieme ad altri religiosi. Davanti al "mihrab", il Muftì ha spiegato al Papa dei versetti del Corano da cui è tratta la definizione di questo luogo per la preghiera. Sono seguiti due minuti di raccoglimento, in cui Francesco è rimasto silenzioso: le mani giunte sopra la croce pettorale, il volto chino, gli occhi chiusi. "Io definirei questo momento di 'adorazione silenziosa', proprio perché nel colloquio con il Muftì il Papa - due volte - ha insistito sul concetto di adorazione di Dio che, sia i musulmani sia i cristiani, devono esercitare. 'Non solo lodare e glorificare, ma anche adorare', ha detto il Papa", spiega padre Lombardi, secondo cui si è trattato di "un bel momento di dialogo interreligioso". Il Pontefice, osserva, ha fatto "la stessa cosa che fece otto anni fa Benedetto XVI". L'altra immagine 'forte' della giornata - questa volta nel segno del dialogo ecumenico tra le Chiese cristiane e della vera e propria "fraternità" con quella ortodossa di Istanbul - è l'abbraccio del Papa col patriarca Bartolomeo al termine della preghiera comune nella chiesa patriarcale al Fanar. Prima della liturgia, Bartolomeo ha partecipato anche alla messa di Bergoglio per la comunità cattolica nella cattedrale dello Spirito Santo e, ai giornalisti, ha ricordato i precedenti incontri con papa Francesco a Gerusalemme e in Vaticano, per la preghiera di pace con i presidenti di Israele e Palestina. "Anche qui, questa sera e domani - ha dichiarato -, avremo la possibilità di pregare ancora una volta per l'unità della Chiesa e per la pace".
E nella liturgia ecumenica ha riconosciuto come l'arrivo a Istanbul di Bergoglio, il quale domani al Patriarcato parteciperà alle celebrazioni per Sant'Andrea, patrono della "Chiesa sorella" di Costantinopoli, testimonia la volontà di "proseguire il fraterno costante cammino con la nostra Chiesa ortodossa, per il ristabilimento della completa comunione tra le nostre Chiese". Il Papa, che ha a sua volta parlato di Andrea e Pietro "fratelli nella fede, nella carità e nella speranza", alla fine ha rivolto il suo augurio per la festa del santo patrono e ha aggiunto: "E vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa di Roma".
Si è quindi chinato profondamente davanti a Bartolomeo, che gli ha posto una mano sul capo e lo ha abbracciato e baciato fraternamente. I due hanno poi avuto un incontro privato nella sede patriarcale del Fanar. Un piccolo bagno di folla per il Papa (la Turchia è un Paese col 98% di musulmani e i cattolici sono una piccolissima minoranza, lo 0,07% della popolazione) c'è stato incontrando la comunità cattolica sia presso la Rappresentanza Pontificia sia alla cattedrale dove ha celebrato messa. Anche in tale occasione ha parlato dell'"unità dei credenti", che non è né "uniformità" né "omologazione". E ha invitato a "superare le divisioni", evitando di "adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate" e di "arroccarsi" troppo sulle proprie idee. Domani, nell'incontro conclusivo del viaggio con i giovani dell'Oratorio Salesiano, papa Francesco, subito prima di ripartire per Roma, vedrà anche dei giovani rifugiati, di famiglie in fuga dall'Iraq e dalla Siria.
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