Politica

Renzi, 'Abbiamo i numeri anche senza Fi'. Otto di Sc con i Dem

Matteo Renzi preme per blindare le riforme, e stringe per rafforzare il peso del Pd al Senato

Redazione Ansa

Matteo Renzi tira dritto sulle riforme e ribadisce di essere certo di avere i numeri per portarle a casa, anche senza Forza Italia, quindi, ribadisce "nessun ricatto". Gli azzurri restano, però, nel caos con Raffaele Fitto che annuncia una convention dei "ricostruttori" per il 21 febbraio. Beppe Grillo osserva lo scontro tra Fi e Pd e accusa caustico: la rottura del Patto del Nazareno è una manfrina per far esplodere i rispettivi partiti e andare al voto. Intanto sia al Senato che alla Camera si rafforza la pattuglia Dem con l'arrivo di otto parlamentari di Scelta Civica che aderiscono all'appello di ieri del premier. 

Il premier, abbiamo i numeri - "Se Forza Italia, che ha sempre difeso" il patto sulle riforme, "adesso vuole rimangiarselo - scrive Renzi sulla sua Enews - buon appetito. Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché i numeri ci sono anche senza di loro. Spero che dentro FI prevalgano buon senso e ragionevolezza".

"Il metodo del Colle non ha convinto FI - prosegue il premier - che ha annunciato la rottura del Patto del Nazareno. Il collegamento mentale è quanto mai curioso. E non solo perché tutti i partiti - anche FI - negli incontri avevano espresso condivisione per il metodo del Pd. Il punto è che il Patto non è un papiro segreto con dentro chissà cosa (con buona pace di qualche direttorone di giornale che forse ammetterà finalmente di aver scritto una bufala), ma un accordo alla luce del sole" sulle riforme.

Anche se dovesse confermare la rottura del patto del Nazareno, "noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l'Italia".

Il patto del Nazareno- ha proseguito - prevede "una legge elettorale in grado di dare un vincitore certo, evitare inciuci, eliminare il potere di veto dei partiti piccoli". Lo ricorda nella sua Enews il premier Matteo Renzi, che rivendica l'approvazione al Senato come un "grandioso passo in avanti per la politica italiana".

Renzi ha anche commentato gli ultimi segnali economici. "Stanno arrivando - ha scritto - i primi segnali della ripresa. L'Italia sta ripartendo, finalmente. Dobbiamo mantenerci prudenti, ma i dati sono davvero interessanti". Da un lato, sottolinea, "occorre sbloccare tutte le ganasce burocratiche che impediscono miliardi di investimenti e dall'altro, riportare fiducia, ottimismo. E dunque occorre ridare fiducia all'Italia e agli italiani. Ci sono tutte le condizioni perché questo viaggio riprenda insieme: non sprechiamole, non buttiamole via". 

Si sgertola Scelta civica - "Accogliamo l'invito di Renzi a un percorso e a un approdo comuni. Per questo aderiamo ai Gruppi del Pd di Senato e Camera, alcuni di noi anche al partito". Lo scrivono in una nota 8 parlamentari Sc (Susta, Giannini, Maran, Lanzillotta, Ichino, Borletti Buitoni, Tinagli, Calenda).

 

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''Il grande progetto di Mario Monti ha avuto un grande senso'', ora ''ha esaurito la sua funzione''. Lo ha affermato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a margine della cerimonia di apertura dell'anno accademico a Trieste, confermando la fuoriuscita da Scelta civica verso il Partito democratico.

''Non è un piccolo esodo - ha proseguito Giannini - ma una evoluzione in parte attesa, perché questo è un momento in cui si devono aggregare strutturalmente tutte le forze riformiste''. Secondo Giannini, ''il grande progetto di Mario Monti ha avuto un grande senso, e io l'ho detto con chiarezza dopo la sconfitta elettorale alle europee, in cui ho ritenuto di dimettermi da segretaria di Scelta Civica. A questo punto diciamo che tutti coloro che con responsabilità di governo e parlamentare credono fermamente che il processo riformista deve andare in quella direzione introdotta due anni fa, mi sembra naturale che facciano questa scelta naturalmente. E' il momento in cui c'è bisogno di aggregazione nel riformismo - ha concluso - e non di frammentazione''.

Vecchio, volevano solo poltrone - "Se ne sono andati. Dopo aver tentato in tutti i modi di ostacolare la crescita di Scelta civica, allo scopo di mantenere le loro poltrone o in vista di quelle future, i senatori di Scelta civica hanno abbandonato il movimento che ha permesso loro di essere eletti, per approdare al Pd. In effetti, non era difficile capire perché il gruppetto mettesse tanto impegno per frenare tutte le importanti spinte riformistiche del sottosegretario Enrico Zanetti che è anche il candidato a guidare Scelta civica". Lo dice il parlamentare di Sc Andrea Vecchio.

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