Il Parlamento italiano si avvia a considerare il negazionismo un' aggravante di reato e per la prima volta entra in una legge italiana la parola Shoah. Così l'Italia recepisce la direttiva europea che obbliga gli Stati membri a combattere e a sanzionare certe espressioni di razzismo, xenofobia e istigazione all'odio e taglia un traguardo storico che arriva a più di 70 anni da quel 16 ottobre 1943 quando oltre 1000 ebrei romani furono catturati e trasferiti ad Auschwitz.
Infatti con le nuove regole, che sono state riscritte nella commissione Giustizia presieduta da Francesco Nitto Palma, il negazionismo è stato trasformato in un'aggravante anziché in un reato vero e proprio e non sono stati previsti limiti o restrizioni alla ricerca storica. Proprio sull'aspetto della libertà di espressione fa leva l'astensione della senatrice a vita Elena Cattaneo che definisce i negazionisti "ciarlatani" ma chiede di non dare loro il ruolo di martiri incompresi. "Facciamoli parlare - osserva - e li sbugiarderemo punto dopo punto, ma all'interno di una sede scientifica". "Questo disegno di legge limita la libertà di pensiero e di ricerca storiografica" e rischia di "trasformarsi in un boomerang terribile per gli stessi ebrei" sono invece le motivazioni del "no" del senatore Ncd Carlo Giovanardi. Altro astenuto il senatore del Psi Enrico Buemi, secondo il quale con le vie giudiziarie si rischia di fare un "buco nell'acqua". "Anzi - ha aggiunto - mettiamo su un piedistallo coloro che vogliono strumentalizzare in maniera a loro favorevole queste vicende inconfutabili". Grazie alle nuove norme, incitare pubblicamente a commettere un delitto sarà tanto più grave se l'istigazione si fonderà sulla negazione della Shoah, dei crimini di guerra e dei crimini contro l' umanità. I colpevoli rischiano la condanna fino a tre anni di reclusione.
Shoah, via libera del Senato al ddl contro il negazionismo
Pd, "Il Paese volta pagina. Negare la Shoah verrà punto come in altri Paesi"