Strappi e schermaglie, dietro alle quali persiste una trattativa costante per evitare una clamorosa debacle. E' in bilico, ma non è morta, l'alleanza tra FI e Lega alle Regionali di maggio e, soprattutto, in quel Veneto dove in queste ore si concentra il destino elettorale di una buona fetta del centrodestra e, complice l'esplosione del 'caso' Tosi, anche del Carroccio. Matteo Salvini, escludendo un accordo con Silvio Berlusconi a livello nazionale, oggi rende il rebus ancor più intricato mentre in Campania, dopo il ritiro delle primarie di domenica di Gennaro Migliore.Anche il Pd non sfugge all'ennesima ondata di tensione. Primarie che, assicurano dal Nazareno, si faranno, ma sulle quali difficilmente evaporerà la macchia scura delle polemiche. E' in Veneto, sponda Lega, che si concentra l'attenzione del centrodestra intero. Ed è Salvini a tornare ad accendere la miccia.
"Ad oggi con Berlusconi non c'è un accordo sul piano politico nazionale. Abbiamo una visione di Italia e di Europa completamente diversa", attacca il segretario federale leghista, incassando a stretto giro la replica del consigliere politico azzurro Giovanni Toti, che se da un lato ribadisce l'obiettivo finale di una larga coalizione, dall'altro mette a rischio l'alleanza Ln-FI in Lombardia e affonda: "non siamo disposti ad essere presi in giro". E' la fine di ogni alleanza? No, perché in serata Salvini torna parzialmente sui suoi passi, ribadendo le divergenze con Berlusconi in chiave nazionale ed europea ma precisando come "diverso" sia il discorso a livello locale. Parole che, di fatto, indicano che le trattative tra Carroccio e FI sono ancora in corso, in attesa della manifestazione di sabato a Roma e, soprattutto, del Consiglio federale leghista di lunedì. Con una variabile di non poco conto, quella del 'ribelle' Flavio Tosi che ha convocato per giovedì il consiglio nazionale della Liga Veneta per decidere le liste.
E se Salvini torna ad attaccare il sindaco di Verona ("non permetterò che si danneggi il lavoro di Luca Zaia") è possibile che alla fine Tosi presenti una lista - e FI e Ap facciano altrettanto - di appoggio alla coalizione guidata proprio da Zaia. Ogni soluzione, tuttavia, resta aperta, anche quella di una lista autonoma guidata da Tosi, che intanto conta sull'appoggio di Corrado Passera e che potrebbe catturare il sostegno di Ncd. Improbabile (nonostante, secondo fonti parlamentari, martedì Tosi abbia visto Brunetta) che FI si schieri invece con il 'ribelle' anti-Salvini. Mentre un filo rosso lega le alleanze venete a quelle in Campania, dove Stefano Caldoro è l'uomo su cui Berlusconi punta per tingere di azzurro almeno una Regione. Con il sostegno di Angelino Alfano probabile ma non sicuro, perché un asse FI-Lega sul nome di Zaia potrebbe riaccendere le tensioni tra azzurri e Ncd.
Oggi, raccontano fonti parlamentari, Caldoro ha incontrato a Roma i 'coordinatori' campani di Ncd, Gioacchino Alfano e Nunzia de Girolamo e il messaggio giunto dagli 'alfaniani' è quello di attendere qualche giorno. Domenica, invece, il Pd avrà il suo candidato scelto dalle primarie: Vincenzo De Luca o Andrea Cozzolino. I quattro rinvii, le polemiche continue e il ritiro del 'terzo uomo' Migliore hanno, tuttavia, gettato la vigila dell'appuntamento nel caos. E chissà se, una volta concluse le primarie, tutto filerà liscio. Con una postilla, sussurrata oggi in Transatlantico: il trionfo di De Luca difficilmente farà saltare di gioia i vertici del Nazareno.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it