La maggioranza regge alla prova dell'Aula del Senato sul ddl sulla corruzione. Palazzo Madama ha approvato i primi due articoli del provvedimento sul quale, però, il voto finale ci sarà solo il primo aprile. Via libera a anche un emendamento a firma di Forza Italia e Lega che prevede sconti di pena per chi collabora con la giustizia.
Il ministro Guardasigilli Andrea Orlando ha difeso il testo e sottolineato che: "in questo momento storico chi si fa corrompere tradisce il Paese".
Sul 'pacchetto giustizia' il governo resta comunque in fibrillazione con Ncd che si è astenuta sulla prescrizione alla Camera.
Orlando non ci siamo limitati a inasprire pene - "Non ci siamo limitati solo ad inasprire le pene". Lo ha sottolineato, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel corso della sua replica, al Senato, sul ddl anticorruzione. Orlando, a tal proposito, sottolinea che nella legge Severino vi era, ad esempio una "forbice tra reati meno gravi e quello più grande della corruzione". "Siamo intervenuti per registrare un dato - ha aggiunto - cosa c'è di più grave in un momento come questo che non, chi svolgendo funzioni pubbliche, produce un arricchimento improprio?". "Siamo riusciti a rendere più congruo e funzionale sistema di repressione". Orlando ha fatto anche un appello all'unità. "Non sconfiggeremo la corruzione se non riusciremo a dare un segnale che deve caratterizzare tutte le forze politiche".
Duro sul provvedimento il M5S che voleva si votasse di sabato e domenica e che chiede al presidente del Senato Pietro Grasso di togliere la sua firma dal provvedimento. Ieri in aula il grillino Nicola Morra, naso turato da una molletta, ha fatto ascoltare perfino la voce del Papa e il suo messaggio sulla corruzione "che spuzza".
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