Politica

In Europa donne guadagnano fino 30% in meno uomini

E circa il 16,4% in meno all'ora. In Italia divario è il 6,7%

Redazione Ansa

Uomo, donna. Stesse opportunità, ma aspettative di carriera e di retribuzione diverse. Negli Usa - come ha denunciato oltre un anno fa il presidente Barack Obama - ma anche nella 'civile' Europa, dove un uomo guadagna in media circa il 16,4% in più all'ora di una donna e il divario di guadagno su base annua supera il 31%. I dati sorprendono, ma a dirlo è la Commissione europea, secondo cui a parità di qualifiche tra uomo e donna o addirittura quando le qualifiche delle donne sono migliori di quelle degli uomini, "le loro competenze spesso non ricevono lo stesso riconoscimento e la loro carriera è più lenta". "Un fenomeno - spiega la Direzione generale Giustizia della Commissione Ue - che determina un divario retributivo". Tra le cause anche le politiche aziendali o degli organismi pubblici sull'evoluzione delle carriere.  L'Italia è tra quei Paesi in cui è minore il divario salariale in base al genere (6,7%).

A causa di una distribuzione non equa dei compiti, sulla donna pesano maggiori responsabilità. E' logico quindi che per far fronte a tutto questo le donne, nell'arco della loro vita, debbano interrompere più frequentemente la loro carriera. E quando tornano a lavorare, spesso, la loro attività non è neanche a tempo pieno. Le donne, quindi, "guadagnano in media circa il 16,4% in meno all'ora rispetto agli uomini e su base annua il divario raggiunge addirittura il 31%, considerando che il lavoro a tempo parziale è molto più diffuso tra le donne". Non è tutto. Poiché le donne percepiscono una retribuzione inferiore e accumulano nel corso della loro vita anche meno ore di lavoro rispetto agli uomini, "anche le loro pensioni sono ridotte. Di conseguenza, tra gli anziani vi sono più donne in stato di povertà rispetto agli uomini".

Questo gap cambia da paese a paese, dimostrano i dati Eurostat aggiornati al 2012. Nella Ue-28, nonostante qualche progresso, il divario retributivo di genere, o gender pay gap, (differenza salariale tra uomini e donne, calcolata sulla base della differenza del salario medio lordo orario) resta rilevante: supera il 20% in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Austria, arrivando a raggiungere il 30% in Estonia. Mentre è inferiore al 10% in Slovenia, Malta, Polonia, Italia, Lussemburgo e Romania, con un incoraggiante scarto del 2,5% in Slovenia.  Non solo per quanto si siano ridotte globalmente negli ultimi dieci anni, le asimmetrie salariali tra donne e uomini vanno accentuandosi in alcuni paesi (Ungheria, Portogallo) e persistono nonostante le donne siano più brave degli uomini negli studi: in media, nel 2012, l'83% delle donne aveva ottenuto almeno un diploma di istruzione secondaria superiore nell'Ue contro il 77,6% degli uomini. E comunque, le donne rappresentano il 60% dei laureati. Più in generale, in Europa il tasso complessivo di occupazione femminile è del 63% circa, contro il 75% circa degli uomini in età compresa tra 20 e 64 anni.
   

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