Per quanto brevissima, la campagna per il referendum di domani ha comunque avuto il tempo di caratterizzarsi per i suoi slogan, i suoi messaggi ricorrenti, le sue parole chiave.
Lo slogan del grande raduno del No di ieri - che campeggiava sul manifesto accanto al podio di Alexis Tsipras, era "5 luglio: scriviamo la storia". Ma il premier ha usato ripetutamente parole-simbolo: "Dignità" del popolo greco, "ricatti" (ripetendo che il No è "ai ricatti dei creditori").
Il ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, ha invece usato un'espressione forte come "terrorismo" (oggi nell'intervista al Mundo), parlando dell'atteggiamento di chi vuole spingere i greci a votare Sì usando la "paura" (altra parola chiave del fronte del No, "No alla paura" è stato uno dei mantra).
Più semplice il messaggio del fronte del Sì, che sulle sua bandierine ha scritto "Sì alla Grecia, Sì all'euro", mentre negli spot ha martellato sulle "bugie" del premier, che a loro dire si è rimangiato molti impegni. Ed "euro", senza alcun dubbio, è stata la parola più pronunciata in questo scontro pre-voto.
Altre parole diventate ossessive in questi giorni, in particolare sulle tv sono state "Atm" (bancomat), "Pensionati".
Emittenti che hanno al solito drammatizzato, parlando ad esempio di "Grecia ora zero" e "Ore decisive per la Grecia" come chiave delle loro dirette infinite. Naturalmente non vanno dimenticati alcuni tag di twitter diventati ormai classici, come #greferendum, #grexit, #nai e #oxi.