Più donne nelle istituzioni ma non nei posti di comando. E' il dato che emerge dal dossier del blog Openpolis 'Trova l'intrusa' che ha analizzato la presenza femminile negli organi politici, prima a livello europeo e nazionale, passando poi alle regioni e arrivando agli enti locali.
Aumenta le presenza femminile. Un po’ alla volta le donne sono aumentate di numero in molti dei parlamenti nazionali dei 28 paesi Ue e nello stesso europarlamento hanno raggiunto il 37% di presenze. Ma si tratta ancora di una presenza minoritaria, visto che in ben 17 di questi paesi le donne non arrivano a comporre un terzo delle assemblee elette. L’Italia per la prima volta nella storia con l’attuale legislatura arriva a raggiungere proprio la soglia del 30% di donne in parlamento. Presenze che però scendono drasticamente se si osservano i ruoli più in vista o di potere, sia a livello nazionale che europeo.
Ancora poche nei posti chiave. Nel consiglio europeo le donne scendono al 10% e in alcune istituzioni chiave si scende ancor di più, per esempio all’ecofin non si supera l’8%. Lo sguardo alla situazione nostrana trova una situazione speculare, sia in parlamento che nelle istituzioni locali. Sia alla camera che al senato le presidenti delle commissioni permanenti (vero fulcro dell’attività parlamentare) sono solo due. E dei tesorieri dei gruppi parlamentari 18 su 18 sono uomini. Le presidenti di regione sono solo due (10% del totale). Le sindache sono solo il 14% del totale, e guidano solo comuni medio-piccoli: nessuna donna è prima cittadina di una città con più di 300mila abitanti.
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