"Contrastare ogni intolleranza". E' l'appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata mondiale contro l'omofobia. Il capo dello Stato ha ricordato come la Costituzione garantisca "il libero sviluppo della persona nella vita di relazione".
L'appello di Mattarella - "La Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia offre l'occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni. La piena realizzazione di questa libertà, che deve appartenere a tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale delle persone, è essenziale per la costruzione di un ordinamento che garantisca il pieno rispetto dei diritti fondamentali e costituisca un pilastro della convivenza civile, in applicazione del principio di uguaglianza sancito dall'art. 3 della Costituzione. Sulla capacità di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società. L'intolleranza affonda infatti le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l'informazione, la conoscenza, il dialogo, il rispetto. La non accettazione delle diversità genera violenza e per questo va contrastata con determinazione. È inaccettabile che l'orientamento sessuale delle persone costituisca il pretesto per offese e aggressioni. Così come è inaccettabile che ciò determini discriminazioni sul lavoro e nelle attività economiche e sociali. Dietro queste forme di degenerazione del vivere civile vi è il rifiuto di conoscere e accettare le peculiarità di ciascuno. La Costituzione richiede, all'articolo 2, di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall'orientamento sessuale, perché tra i compiti della Repubblica vi è quello di garantire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione".
Oggi si celebra la giornata mondiale contro l'omofobia ma nonostante gli inviti giunti da più parti è ferma in Senato da tempo la legge per contrastare questo fenomeno. L'Arcigay denuncia che nell'ultimo anno gli episodi segnalati sui mass media di questo tipo di discriminazione sono stati 104. Solo la punta dell'iceberg, spiega l'associazione che denuncia: "Si muore ancora di omofobia".
A che punto è la legge sull'omofobia - Il testo, che ha come prima firma quella del sottosegretario Dem Ivan Scalfarotto, approvato dalla Camera il 20 settembre 2013, e trasmesso dopo 4 giorni a Palazzo Madama, non è nel calendario dell'Aula e non procede da tempo, anche se sono stati da tempo presentati gli emendamenti. Il provvedimento introduce nel nostro ordinamento il reato di discriminazione e istigazione all'odio e alla violenza omofobica. E nella legge Mancino, l'aggravante di omofobia. Temperata, pero', dalla previsione esplicita che "non costituiscono discriminazione la libera espressione di convincimenti o opinioni riconducibili al pluralismo delle idee", anche nel caso siano "assunte" in "organizzazioni" politiche, sindacali, culturali, religiose. E' previsto: Carcere fino a un anno e 6 mesi o la multa fino a 6.000 euro per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia o transfobia. Reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi in qualsiasi modo "istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi» fondati sull'omofobia o transfobia". Reclusione da 6 mesi a 4 anni chiunque partecipa - o presta assistenza - ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi fondati sull'omofobia o transfobia. Tali formazioni sono espressamente vietate dalla legge. La pena per coloro che le promuovono o dirigono è la reclusione da 1 a 6 anni. Nel testo viene specificato che 'non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza. Infine è previsto che l'Istat faccia rilevazioni con cadenza almeno quadriennale sulle discriminazioni e sulla violenza, misurandone le caratteristiche fondamentali e individuando i soggetti più esposti al rischio.
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