Politica

Referendum: Fico, Mattarella impedisca slittamento

Capo Stato eserciti sue prerogative e preservi voto

Redazione Ansa

"Auspichiamo che il Capo dello Stato eserciti le sue prerogative fino in fondo e impedisca al premier di rallentare la procedura di individuazione della data del referendum". Lo sostiene il deputato e componente del direttorio M5s Roberto Fico che aggiunge: "Il dovere del Presidente è quello di preservare il voto referendario da tentativi di inquinamento politico e di favorire la partecipazione massima, obiettivo più difficilmente raggiungibile se il voto è fissato a ridosso della stagione invernale". 

"Nessuna alterazione politica e massima partecipazione: questi sono i principi che devono guidare un Paese democratico nella scelta della data di un referendum sulla Costituzione" sintetizza Fico su Facebook dove cita le indiscrezioni di stampa circa il possibile slittamento da ottobre a fine novembre della consultazione.

"La fissazione della data del referendum costituzionale è un atto complesso, non la stabilisce autonomamente il Presidente del Consiglio. È vero che la legge prevede un passaggio in Consiglio dei Ministri, ma il referendum è indetto con decreto del Presidente della Repubblica" afferma Fico che aggiunge: "Auspichiamo quindi che il Capo dello Stato eserciti le sue prerogative". 

  

Boschi, non scontato sì di chi votò in Parlamento - "Voterò sì al referendum, del resto ho votato la riforma in Parlamento, ci mancherebbe altro...", dice Benedetto Della Vedova. "Non è così scontato", replica Maria Elena Boschi. Lo scambio di battute tra il sottosegretario agli Esteri e il ministro delle Riforme, è andato in scena nel corso della presentazione del numero della rivista Strade dal titolo "Perché sì". "In effetti - ammette Della Vedova - ho sentito due tuoi colleghi a Radio Radicale... e no, non è così scontato" che chi ha votato sì in Parlamento alla riforma, confermi il sì nel referendum. Il riferimento implicito è a quegli esponenti della minoranza Pd che hanno annunciato il No o hanno condizionato il Sì a modifiche alla legge elettorale. "Il combinato disposto tra Italicum e riforma? L'idea - osserva Della Vedova - che una maggioranza a 340 sia blindata, fa sorridere...26 deputati di maggioranza non aprono la via a chissà quale scenario".

 

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