Al centro della nuova bufera che si abbatte di lunedì pomeriggio sul Campidoglio a Cinque Stelle c'è una donna con un nome ed un cognome. Paola Muraro, responsabile all'Ambiente del Comune di Roma, iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile del 2016, ben prima della sua nomina ad assessore.
Ad ufficializzare le indagini a carico di Muraro, per 12 anni consulente dell'azienda capitolina che si occupa dei rifiuti, prima di essere chiamata nella giunta a Cinque Stelle, è il presidente Alessandro Bratti in apertura di commissione: "Informo la commissione di aver inoltrato oggi alla Procura di Roma una richiesta formale per conoscere se Paola Muraro sia persona sottoposta ad indagini. La Procura ci ha risposto che si procede nei suoi confronti per il seguente reato: art.256 comma 4, legge 152/2006. Muraro è stata iscritta nel registro degli indagati il 21/4/2016. Non sussiste segreto investigativo visto che il 18/7/2016 è stato rilasciato a Muraro il certificato attestante l'iscrizione e che la stessa ha nominato difensore l'avvocato Sciullo". Muraro, insomma, sapeva dal mese di luglio, ma tiene il punto nel non voler farsi affiancare da un legale in commissione. Nonostante da fonti giudiziarie si apprende che la Procura acquisirà il suo intervento. "L'assessore ci ha informato prontamente. Nessuno ha mentito.
Io non credo che nessuno mi abbia mai fatto la domanda sull'avviso di garanzia - le fa eco Raggi -. E non c'è nessun avviso di garanzia. Se me lo avessero chiesto avrei risposto quello che ho risposto qui". Nel merito, si tratta di una "contestazione troppo generica per capire di cosa stiamo parlando, non appena ci saranno maggiori informazioni prenderemo provvedimenti". La linea della difesa è tracciata. Poi si passa all'attacco. Sindaca e assessore annunciano di voler cambiare il contratto di servizio Ama, che ora è "fatto male". "Se l'Ama non fa dei servizi, non c'è un organo di controllo", dice Muraro. Che incalza: "Il problema dei rifiuti a giugno e luglio era dovuto anche a un problema di manutenzione e di intasamento degli impianti Tmb. Abbiamo chiesto a Fortini (ex presidente della municipalizzata dei rifiuti che ha lasciato ad agosto, ndr) di far leva sulle penali ai fornitori. Per noi è stato un danno molto forte: quando un impianto non riesce a ricevere o i rifiuti restano per strada o viene avvantaggiato il Colari", azienda che fa capo a Manlio Cerroni. Ancora: "Facciamo un'audit sulla percentuale della raccolta differenziata. Questo è il tema perché si potrebbe aprire un danno erariale anche riferito al premio che Fortini ha percepito. E non solo Fortini, un'intera commissione... Ciò che ha detto Fortini nelle sue accuse, per distogliere l' attenzione dalla sua persona, non sono altro che calunnie e ai miei legali ho chiesto di preparare una causa", annuncia.
I riflettori si accendono pure sulle intercettazioni con Salvatore Buzzi, ritenute inizialmente dalla Procura non penalmente rilevanti, ma acquisite nella nuova indagine sui rifiuti. "Con Buzzi ci sono state tre telefonate" e un messaggio "in cui gli dico che l'ho cercato - risponde -. Io gli do del 'lei', Buzzi mi da del 'lei'. Io non lo conosco, Buzzi non mi conosce. Il mio era un mero lavoro di segreteria che mi era stato affidato perché dovevamo correre, Malagrotta stava chiudendo".
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