Politica

Tolentino flagellato, nuovo 'epicentro' delle Marche

Gravi danni a centro storico. Nella regione situazione critica

Tolentino

Redazione Ansa

Di sera al caffè Campagnucci i ragazzi di Tolentino scherzano sulla magnitudo e su dove passeranno la notte. Quasi nessuno ha voglia di tornare a casa, tranne la barista. Ma non sembra troppo convinta. Il terremoto 'monstre' ha scioccato la cittadina medioevale in provincia di Macerata, che aveva accusato il sisma del 24 agosto e quello di quattro giorni fa, ma che stavolta ha visto il centro storico flagellato da crolli, cedimenti e crepe in molti edifici anche storici.

Il sindaco Giuseppe Pezzanesi dice che "i danni sono irreparabili, la gente non ne può più". "La sensazione che abbiamo è di una mano nera che non ci lascia in pace e vuole distruggerci", confessa. Poi la polemica sul mancato inserimento finora nell'area del cratere del sisma, con i conseguenti benefici. "Da oggi non ci sono più dubbi", dichiara sarcastico.

Le Marche accusano ancora di più oggi il colpo e il governatore Luca Ceriscioli parla di decine di migliaia di sfollati nella regione. Crolli sono stati segnalati in oltre un centinaio di Comuni. Una ventina i feriti, tre dei quali sono stati estratti vivi dalle macerie a Tolentino. Il centro storico della cittadina in teoria è off-limits, ma gli abitanti girano per le stradine e le piazze, tornano nelle proprie case a prendere vestiti ed effetti personali per la notte fuori casa.
 

Molti sembrano più rassegnati che spaventati. Forse anche perché le scosse non si susseguono come nella zona di Visso. Quella delle 19 qui passa quasi inosservata. Il pericolo é forse di abbassare la guardia. In Piazza della Libertà si prenotano verifiche di agibilità delle abitazioni al banchetto dei vigili del fuoco. Un gruppetto di migranti africani siede in circolo su delle sedie da dehors. "Irene, nosostros estamos bien!", rassicura al telefono un sudamericano. Diversi bar sono ancora aperti. "Ma presto chiuderò, tanto qui non viene più nessuno", dice il titolare del Bora Caffè, accanto alla stupenda Basilica di San Nicola, patrono di Tolentino, transennata per caduta intonaci. Crepe profonde si vedono nella Cattedrale di San Catervo.

Il Ponte del Diavolo, uno degli ingressi alla città, é chiuso. All'ingresso del centro antico si rimuovono con una gru i merli pericolanti del 'Torrione' del XIII secolo, quartier generale degli austriaci nella battaglia di Tolentino del 1815 contro l'esercito napoletano di Gioacchino Murat. "Come facciamo a rientrare in casa dopo quello che è successo?", dice una donna la cui casa pè intatta. In via Pasubio invece un palazzo è crollato. Una ragazza si é ferita lanciandosi dalla finestra.

Tolentino è solo la cartolina triste di una regione logorata. A San Severino Marche il sindaco prevede che 13 mila persone passeranno la notte fuori casa. A Fabriano sono 1.125 le richieste di sopralluoghi negli edifici. Danni ai palazzi rilevati anche nel capoluogo Ancona. Una notte di ansia attende le Marche, alle quali il mostro sotterraneo non concede tregua.
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it