"Io vado avanti, nessun passo indietro - afferma Stefano Parisi a Porta a Porta - Sono convinto che Berlusconi mi sosterrà. Berlusconi non mi molla, non si fa guidare da Salvini, sono convinto che non cambierà idea non credo che in un weekend si cambia linea".
"Parisi sta cercando di avere un ruolo all'interno del centrodestra ma avendo questo contrasto con Salvini non credo possa averlo", aveva detto oggi Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha poi sottolineato che "è' ora che Renzi vada a casa", parlando del referendum: "E' una riforma pericolosa e con la nuova legge elettorale c'è il rischio di una deriva autoritaria. E' triste dirlo ma negli ultimi 5 anni abbiamo avuto 5 colpi di Stato, con governi mai legittimati dal voto popolare. Renzi vuole una legittimazione che non ha mai avuto".
Berlusconi ha invitato gli italiani ad andare a votare per il referendum ed ha ribadito la convinzione che con l'affermazione del Sì, chi vincerà alle elezioni "diviene padrone del governo, padrone della Camera che fa le leggi, elegge il Capo dello Stato, della corte Costituzionale, insomma padrone dell'Italia e degli italiani, una minoranza ristretta del 15% avrebbe poteri senza controllo. C'è il rischio di deriva autoritaria che metterebbe a rischio la democrazia".
In caso di vittoria del No, invece, "non succede nulla come non è successo nulla con la Brexit e con Trump: sono quelli del sì con le loro bugie che dicono che succederà qualcosa. Noi andremo avanti come adesso". Ma "la bocciatura di questa riforma consentirà di scrivere poi una riforma seria e condivisa di cui il paese ha bisogno". Una riforma, ha sottolineato, che "deve contenere il limite della pressione fiscale, il taglio drastico dei senatori, il vincolo di mandato perchè un parlamentare non deve cambiare schieramento e se lo fa deve dimettersi, e infine la riforma deve contenere l'elezione diretta del capo dello Stato".
Lupi: centrodestra dopo parole Berlusconi abbiamo capito che Parisi non gioca la partita
Sulla leadership dl centrodestra è tornato a parlare anche Salvini: "E' il momento del coraggio, delle scelte di osare. La scelta di Trump è stata una grande lezione di democrazia. Ma fino al 4 dicembre io sono impegnato nella campagna per il No. Non vedo l'ora che sia il 5, quando saranno i cittadini a scegliere, non certo questo o quel capo di partito". E su possibili alleanze ha chiarito: "Con gli amici di Alfano, Verdini e Cicchitto non si costruisce il futuro del Paese".
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