"Il problema da cui parte Beppe Grillo è vero, le bugie più grosse sono quelle che diffondono tv e giornali, ma la soluzione che propone è ingenua e non ha nessuna possibilità di funzionare". E' l'opinione del direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, secondo cui l'idea di una giuria popolare che valuti l'operato dei giornalisti è "balzana ma non pericolosa, non c'entra nulla con l'olio di ricino".
"Molto più pericoloso - sottolinea - è quello che dice il presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella, cioè che il potere pubblico debba intervenire per bloccare le presunte bugie sul web. Pericolosa è la risoluzione del parlamento europeo, che lo impegna a contrastare la propaganda contro l'Ue".
"Una soluzione come la giuria popolare può funzionare a certe condizioni nei processi penali, ma non in questa ipotesi - sostiene il giornalista -. Ho in mente una della bugie più nere che sono state divulgate: cioè che Andreotti fu assolto delle accuse di mafia perché non c'entrava niente, mentre in realtà era intervenuta la prescrizione su reati commessi prima del 1980. Ebbene: un giurato preso a caso potrebbe mai giudicare un caso come questo? Servirebbe un giornalista informato e in buona fede. La soluzione non è la giuria, ma liberare le testate dai conflitti di interesse che impediscono di dire verità. Il fact checking va lasciato agli esperti". Secondo Travaglio "le bugie che si diffondono sul web finiscono con l'annullarsi l'una con l'altra. Il danno che si fa è nullo, perché chi diffonde bugie in genere è anonimo e non ha prestigio. Le falsità diffuse da pulpiti prestigiosi entrano invece immediatamente nel circuito".
"E' chiaro - argomenta - che giornalisti che si sono costruiti una reputazione, hanno un altro peso rispetto al servo del potere di turno. Sul web, però, si confonde la libertà con l'ingiusta licenza di dire falsità anonimamente. Occorrerebbe ridurre al mimino gli interventi anonimi, consentendoli solo quando ci sono ragioni valide". Enrico Mentana ha annunciato querela nei confronti del leader M5S. "Non credo che Grillo avesse in mente il TgLa7 - sostiene il giornalista -, credo che si riferisse ai grandi tg di Rai e Mediaset che non si sono risparmiati un sacco di palle, ad esempio nell'ultima campagna letterale". Travaglio è scettico anche sull'opportunità di sanzionare i giornalisti che diffondono bufale, argomento sollevato da Grillo nel post di oggi. "Io l'Ordine lo abolirei - afferma -, proprio perché dovrebbe darti il bollino di qualità e lascia invece passare le più enormi panzane. Non ci vuole niente a chiedere scusa per un errore, quando si è in buona fede. Nei confronti dei 5 Stelle, però, c'è una sovrabbondanza di falsità tale da far pensare a un centro accanimento più che alla buona fede".