Una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Rinvio di un anno in caso di elezioni anticipate.
I TEMPI - Incassato il via libera della Consulta - le sentenze devono essere depositate entro il 10 febbraio, ma arriveranno senz'altro prima - spetta al governo, attraverso il Consiglio dei ministri, deliberare la data del referendum, che deve cadere in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno: quest'anno la prima 'finestra' utile cade il 16 aprile, l'ultima l'11 di giugno. Il referendum dovrà a quel punto essere indetto con un decreto del Presidente della Repubblica.
L'INCOGNITA VOTO ANTICIPATO - Una delle incognite sul tappeto, che potrebbe "neutralizzare" i referendum, sono le elezioni anticipate. Come previsto dalla legge 352 del 1970, infatti, in quel caso la consultazione referendaria verrebbe sospesa e rinviata a 365 giorni dopo il giorno delle elezioni, per evitare una sovrapposizione delle campagne elettorali per le politiche e per il referendum. Ma questa ipotesi, per lo meno guardata in relazione al referendum, sarebbe stata molto più concreta se fosse passato il quesito sull'art.18.
MODIFICA DELLE NORME - Se prima del referendum, le norme oggetto dei due quesiti su voucher e appalti, venissero modificate, i referendum cadrebbero, ma le nuove disposizioni legislative dovrebbero prima essere sottoposte all'Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione per valutare se siano in linea col quesito referendario. In caso contrario, il referendum sarà trasferito sulle nuove leggi, integrando il quesito, e il referendum si terrà nella data fissata dal decreto presidenziale.
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